Angri: dopo 5 anni è partito il processo per la morte di Maria Rosaria Ferraioli e i suoi gemellini

Cinque anni di attesa e finalmente parte il processo per accertare se vi siano state responsabilità per la morte di Maria Rosaria Ferraioli e i suoi due gemellini. Cinque gli imputati per omicidio colposo, procurato aborto e falso in cartella clinica: Michele Mastrocinque, di Pompei, ginecologo di fiducia della donna, gli anestesisti Michele Piscopo di Angri e Raffaele Molaro di Somma Vesuviana, il chirurgo Attilio Sebastiano di Salerno ed il ginecologo Vincenzo Centore di Angri. Ieri mattina, saltato l’ostacolo notifiche, ha preso il via il dibattimento. Il giudice monocratico Raffaella Caccavale ha dato una stretta chiedendo alla pubblica accusa, ai difensori degli imputati e ai legali di parte civile – Gianluigi Di Ruocco e Gianpaolo Salvato – di acquisire le testimonianze già rese dinanzi al pm da Luigia Giordano, madre della giovane morta e di Luigi Di Martino, il compagno. Sono acquisiti i documenti sequestrati nel corso delle indagini ed è stato stilato un calendario che dal 19 aprile dovrebbe portare in poche udienze ad una conclusione. Determinante saranno le testimonianze dei periti medico-legali che hanno effettuato gli accertamenti sulla morte della giovane donna e dei suoi due bimbi. Una morte assurda che non dà pace ai genitori, Gerardo e Luigia Ferraioli, anche ieri in aula ad attendere finalmente l’inizio del processo verità. Animi più sereni e una riacquistata fiducia da parte dei parenti, dopo lo sfogo amaro, fatto in aula, nel corso della penultima udienza quando per un difetto di notifica il processo era stato rinviato. Si cerca in ogni caso di valutare in tempi rapidi il caso, per evitare che eventuali responsabilità possano essere cancellate dal trascorrere del tempo. La ragazza fu ricoverata all’ospedale di Scafati, la sera del 24 aprile del 2011, per un accesso ad una gamba, curato dal suo ginecologo con una pomata applicata nei giorni precedenti. La donna fu ricoverata e le furono praticate le prime cure, ma l’infezione era ormai diffusa. Si sentì male, cercarono di rianimarla e quando decisero di praticarle un cesareo d’urgenza, per far nascere i bimbi che portava in grembo non c’era già nulla da fare. Maria Rosaria morì insieme ai bambini, per negligenza e imperizia, dice la Procura dei medici che l’ebbero in cura prima e durante il ricovero. Tra le accuse anche quella di falso per alterazione della cartella clinica.


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