Campi flegrei: vertice a Napoli Protezione civile regionali

Le Regioni Italiane e le province autonome sono disponibili a ospitare le persone che potrebbero essere evacuate in caso di un’eventuale ripresa delle attività sismica nei Campi flegrei. La disponibilità è stata data nel corso della riunione della Commissione speciale di Protezione civile della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome che si è svolta oggi a NAPOLI, coordinata dall’assessore della Provincia di Trento Tiziano Mellarini. Nessun pericolo imminente, è stato spiegato, ma è necessario essere sempre preparati per affrontare anche eventuali situazioni di emergenza. Il successivo passo sarà quello di realizzare un gemellaggio tra le comunità ospitanti e i Comuni della provincia di NAPOLI che potrebbero essere interessati a un eventuale evacuazione. Sono in tutto sei (per alcuni solo in parte) più una fetta del territorio del Comune di NAPOLI per un totale di 550mila abitanti. Quindi si provvederà a censire sul territorio nazionale quelle strutture che potrebbero accogliere le famiglie eventualmente da evacuare in caso di necessità. Strutture che potrebbero essere quelle del demanio statale, come ad esempio caserme dismesse, che ovviamente devono essere ristrutturate e adeguate. “E’ un primo passo importante – ha detto con soddisfazione Nello Di Nardo, consigliere del Presidente della Campania, Vincenzo De Luca, per le problematiche relative alle emergenze di Protezione civile – che è stato fatto. Si tratta di un percorso articolato che ha bisogno di tempo ma noi siamo decisi ad accelerare”. I componenti della Commissione speciale di Protezione civile della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, in mattinata, hanno visitato l’Osservatorio vesuviano e successivamente si sono recati nei Campi flegrei. “Abbiamo avuto un’informativa esaustiva e dettagliata – ha spiegato Tiziano Mellarini – della situazione da parte dei tecnici comprendendo qual è la situazione e quale potrebbe essere in futuro. C’è bisogno di attrezzarsi sperando che non ci sia mai bisogno”.  Il  respiro’ dei vulcani potrebbe annunciare l’arrivo di improvvise eruzioni, che si innescano nel giro di pochi mesi o addirittura giorni: quando il magma si prepara, infatti, la composizione dei gas emessi in superficie cambia, fornendo un potenziale segnale di allerta precoce. Lo dimostrano gli studi condotti sul vulcano dei Campi Flegrei dai ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia – Osservatorio Vesuviano di Napoli (Ingv-Ov), che pubblicano i risultati su Nature Geoscience in collaborazione con le università britanniche di Oxford e Durham. I ricercatori hanno concentrato la loro attenzione sui materiali generati durante un’eruzione vulcanica esplosiva avvenuta circa 4.000 anni fa ai Campi Flegrei. Attraverso una nuova metodologia di indagine dei cristalli di apatite, messa a punto all’Università di Oxford, sono riusciti a ricostruire l’evoluzione del magma nel tempo, fino ai processi che possono innescare un’eruzione esplosiva. Studi precedenti avevano ipotizzato che le eruzioni fossero determinate da un aumento della pressione nel serbatoio magmatico sotto il vulcano, in seguito ad un lento accumulo di gas, in un tempo che va da decine a centinaia di anni. Questo lavoro indica, invece, che le condizioni esplosive possono innescarsi anche in tempi più brevi, mesi o anche giorni. Da qui l’idea che la rilevazione delle condizioni di saturazione dei gas nel magma possa essere una metodologia utile per la sorveglianza dei vulcani, attivi e quiescenti. ”Aver provato che questo nuovo metodo funziona sul vulcano dei Campi Flegrei, considerato anche che l’apatite è un minerale presente in molti sistemi vulcanici, potrà stimolare l’interesse ad applicare ad altri vulcani questo metodo per individuare comportamenti simili”, commenta Roberto Isaia, ricercatore Ingv-Ov.


Articolo precedenteSan Pio torna a Pietrelcina
Articolo successivoPietrelcina culla Spirituale