De Luca , l’Italia è vittima delle corporativizzazione

Un paese in crisi l’Italia per il presidente Vincenzo De Luca che ha dichiarato, in Italia “o si devasta con l’abusivismo o c’è la mummificazione del territorio” . Parole dette da De Luca al“Corso sul procedimento amministrativo, processo amministrativo ed Amministrazione Digitale”.  “L’Italia – ha proseguito De Luca- ha deciso di rinunciare al 3% di Pil, fermo restando la difesa giusta e indiscutibile, che è anche la mia, dell’enorme patrimonio artistico del Paese. L’Italia è in crisi perché la classe dirigente, quella poca che c’è, è dentro compartimenti stagni, circoli chiusi, lobby. Siamo vittime della corporativizzazione.  La politica in questo ha responsabilità enormi, e continua a perdere prestigio. Nell’autonomia dei poteri, la politica arriva sempre dopo. Una volta era la giustizia ad arrivare tardi, ora è la politica ad arrivare tardissimo. Prendiamo le Sovrintendenze, fermo restando che il patrimonio artistico e culturale va difeso, costituiscono un potere sottratto a un democratico bilanciamento. Per non parlare della “grammatica” delle leggi. Forse siamo analfabeti noi a interpretarle ma spesso manca la grammatica anche a chi le scrive. Prendiamo il Cipe: bel nome, ma di fatto un luogo di tortura. Dobbiamo ringraziare il governo Monti per quello che ci ha lasciato. In Italia dopo i 64 anni nessuno può lavorare più. In America hai trent’anni, sei Zuckerberg e inventi Facebook. Ma negli Usa tra i trascinatori del Paese sono anche gli ottantenni. Tutti possono e devono dare un contributo se sono bravi. In Italia invece tutti pensano a “mettere a posto le carte”, non firmano atti per paura degli avvisi di garanzia. “Mettere a posto le carte”, così siamo ricchi di biblioteche ma non di cantieri, di decisioni. In Italia c’è il paradosso dell’efficienza. Più sei efficiente, più decidi e costruisci qualcosa, di più avrai problemi, anche e soprattutto giudiziari. In Italia non si trova più una persona perbene disposta a ricoprire un incarico pubblico. E lo vedi anche dalle elezioni, mancano i candidati perbene, bravi, seri. E se li trovi, si rifiutano di scendere in campo per contribuire a salvare il Paese, le Regioni, i Comuni.”


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