Se fosse un gioco sarebbe quello delle tre carte un gioco d’azzardo che in realtà , tramite l’applicazione di trucchi, diventa una truffa. Solo che qui anziché ignari partecipanti ci sono ad assistere i cittadini di Castellammare. Sia sul tavolo di centro destra che su quello di centro sinistra la storia sembra essere uguale. Nello schieramento di centro destra , assodato che non si presenterà Antonio Pentangelo, c’è una forza motrice che spinge i moderati stabiesi verso un esponete del partito di Berlusconi, l’ex sindaco di Santa Maria la Carità , Carlo Longobardi. Così come accadde alla passata tornata elettorale a spostare i moderati sotto l’ala protettiva dell’esponente di Forza Italia, non eletto alle scorse regionali, sarebbe l‘ex consigliere comunale Luigi Greco. Anche nello scontro contro Cuomo i moderati scelsero Pentangelo su suggerimento di Greco. Una scelta questa che non piace ai moderati e che soprattutto ora che il gioco sta uscendo allo scoperto rischierebbe di far saltare definitivamente il tavolo centrista, dove di certo non mancano fibrillazioni. Sul versante centro sinistra mentre il Pd è in attesa del “facilitatore “Gennaro Migliore che è più attento alle vicende romane che a quelle stabiesi in movimento da settimane c’è l’ex sindaco Salvatore Vozza. Un discesa in campo questa che però i ben informati escludono l’iper attivismo di Vozza , infatti, non corrisponderebbe ad una sua candidatura. A scaldare i muscoli infatti c’è l’amico di sempre l’ex senatore Nello Di Nardo da qualche mese alla guida della Protezione Civile regionale e che vanta un rapporto con il governatore Vincenzo De Luca. Anche se c’è da dire che De Luca non sembra proprio intenzionato a sponsorizzare candidati sui territori che vanno al voto, almeno, in questa fase. A rubare la scena al Pd sono le piccole liste civiche e i piccoli partiti. Il primo partito della città è sempre più abbandonato a se stesso dai vertici regionali e provinciali e nulla dice neanche rispetto alla richiesta di primarie che vede in campo Umberto Ostieri e Sandro Turcio.
Giovanni Rosa