Bancarotta fraudolenta: è questa l’accusa mossa nell’avviso di conclusione delle indagini della Procura di Salerno a carico di Piero De Luca, il primogenito di Vincenzo, governatore della Campania, e ad altre sette persone ritenute, a vario titolo, responsabili del fallimento della Ifil C&D srl, una società immobiliare che faceva “affari” sia con il Comune di Salerno sia con il Pastificio Amato. Nell’avviso di conclusione delle indagini compaiono anche i nomi degli amministratori della società , Luigi Avino, Emilio Ferraro, Vincenzo Lamberti e Mario Del Mese (ritenuto quest’ultimo amministratore di fatto fino a giugno del 2012); quindi Giuseppe jr Amato, nipote del cavaliere Amato, patron dell’omonimo pastificio, e la moglie Marianna Gatto; infine la moglie di Del Mese, Valentina Lamberti. Si tratta di persone legate tra di loro da vincoli di parentela e di amicizia. Tutti sono accusati di aver concorso al fallimento fraudolento della società , “distraendo o comunque dissipando il denaro della società di cui avevano disponibilità per ragioni connesse alla gestione” utilizzandolo per fini diversi. A De Luca jr e alla moglie Laura Zanarini viene contestato di aver usufruito del pagamento di viaggi a Lussemburgo (sede di lavoro di De Luca jr) per complessivi 23.026 euro tra il 2009 e il 2011.