Questa volta non basterà un miracolo per frenare l’ingresso di membri di nomina della Curia all’interno della Deputazione di San Gennaro. Organismo nato agli inizi del mille e seicento “per volere degli Eletti dei Sedili della città , allo scopo di sovrintendere la costruzione della nuova Cappella del Tesoro, amministrarne i beni derivati da doni, lasciti e offerte, proteggere le sacre reliquie e mantenere ‘vivo’ il culto del Santo”. Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Mattino “la deputazione di San Gennaro, organismo laico che da secoli gestisce la cappella del santo e tutto il suo contenuto, annuncia ricorso contro un decreto del Viminale che – racconta oggi in un lungo reportage il quotidiano Il Mattino – potrebbe provocare la modifica dei criteri di nomina dell’organismo: ai discendenti delle famiglie nobili si affiancherebbero quattro membri di nomina della Curia, facendo così perdere alla deputazione il suo carattere secolare di laicità e di autonomia. La deputazione racconta di tensioni crescenti con il cardinale Sepe: il delegato agli affari legali riferisce a Il Mattino di tentativi fatti per rinnovare il vecchio statuto, risalente al 1894,assieme ai rappresentanti di Sepe. “Quando però si è arrivati alla stesura definitiva, il cardinale ha semplicemente preferito ignorare il documento perché non conteneva l’unica parte che davvero lo interessava, cioè la nomina dei ‘suoi’ rappresentanti”. Una battaglia che andrà avanti se così fosse a colpi di carte bollate. Oltre che di amministrare i beni e proteggere le reliquie  nelle celebrazioni in onore di San Gennaro, i membri della Deputazione hanno un ruolo di primo piano: essi sfilano in processione dietro le Sacre Reliquie ed è sempre uno di loro, a turno, incaricato di segnalare con il fazzoletto bianco il compimento del miracolo della liquefazione, in occasione delle tre celebrazioni festive annuali.