L’ 8 marzo va in soffitta. E’ questo quanto emerge da un sondaggio on line fatto dalla Coldiretti. Tre donne su quattro (73%) non festeggiano l’otto marzo mentre il 14% lo fa con le amiche e il 13% con il proprio partner, ma non si rinuncia comunque alle mimose con oltre ramoscelli distribuiti durante la giornata. “La distanza dall’obiettivo della parità ma anche la consapevolezza dei risultati acquisiti nel tempo, la crisi economica, la voglia di sottrarsi ai luoghi comuni e gli impegni sul lavoro sono – sottolinea la Coldiretti – alcune delle motivazioni. Non è un caso che in agricoltura sono 215mila le imprese agricole guidate da donne del 2015 in Italia dove ormai nelle campagne quasi una azienda su tre è rosa con un grande contributo al profondo rinnovamento del settore. Nel 2015 sono aumentate del 76% le ragazze italiane under 34 anni che hanno scelto di lavorare indipendentemente in agricoltura come imprenditrici agricole, coadiuvanti familiari o socie di cooperative agricole, secondo le elaborazioni Coldiretti relative al terzo trimestre. Sotto il profilo dell’attività professionale a prevale sono le iniziative che fanno leva sulla multifunzionalità rese possibili grazie alla legge di orientamento fortemente voluta dalla Coldiretti (la numero 228 del 18 maggio 2001) che ha rivoluzionato e allargato i confini dell’imprenditorialità agricola. Ne è la prova – continua la Coldiretti – il protagonismo femminile nelle attività di educazione alimentare ed ambientale con le scuole, le agritate, gli “agriasili”, le fattorie didattiche, i percorsi rurali di pet-therapy, gli orti didattici ma anche la presenza nei mercati di vendita diretta di Campagna Amica e soprattutto nell’agriturismo. Nella loro attività imprenditoriale le donne agricoltrici italiane hanno dimostrato capacità di coniugare la sfida con il mercato ed il rispetto dell’ambiente, la tutela della qualità della vita, l’attenzione al sociale, a contatto con la natura assieme alla valorizzazione dei prodotti tipici locali e della biodiversità”