In un post sul suo profilo facebook Antonio Bassolino ha affermato: “Senza rivotare nei seggi contestati le primarie di Napoli sono delegittimate. Lo dicono tutti. Tranne il Pd?”. Dal canto suo Valeria Valente scrive “Si è cercato in tutti i modi di criminalizzare il voto del 6 marzo; è giusto e necessario ripetere per un’ultima volta con la testa alta: non ci sono stati brogli elettorali, non c’è stata nessuna compravendita di voti, nessun condizionamento o pressione indebita, “nessuna schifezza”.
Qualcuno può davvero pensare che un euro possa essere il prezzo della dignità e della libertà dei napoletani? Isolati comportamenti volgari e comunque lontanissimi dall’idea stessa che abbiamo della politica, non possono avvelenare i pozzi dell’entusiasmo di cui #Napoli ha un disperato bisogno.
Voglio ringraziare innanzitutto i 31.000 napoletani che hanno deciso di partecipare alle #primarie, le centinaia di militanti e volontari che il 6 marzo hanno aperto i seggi e garantito la correttezza dello svolgimento delle operazioni di voto, a tutti loro voglio dire: la vostra forza, la vostra passione, il vostro coraggio, il vostro impegno sono il vero patrimonio umano e politico che dobbiamo mettere alla base di questa impegnativa campagna elettorale che ci porterà nel mese di Giugno a scegliere il nuovo sindaco di Napoli. Le primarie per me sono state innanzitutto le decine di incontri che ho fatto guardando negli occhi migliaia di cittadini, di donne, di giovani in tutti i quartieri di Napoli, da #Chiaia a #Scampia, dal #Vomero a #SanGiovanni, da #Bagnoli a #Piscinola, da #SanFerdinando a #Poggioreale. Vorrei che insieme difendessimo la memoria collettiva , impressa in ognuno di noi, di cosa è stata davvero la prima domenica di marzo: 31.000 testimoni oculari di una straordinaria prova di civiltà, il tema non è difendere il risultato delle primarie, ma la risposta che insieme abbiamo costruito ad una indispensabile domanda di partecipazione. Finalmente abbiamo parlato di Napoli, di una visione di futuro capace di intrecciare e tenere insieme efficienza dei servizi, sviluppo economico, diritti e doveri, solidarietà e merito, talento e bisogni, ansia e riscatto, paure e coraggio. Abbiamo disegnato “a mille mani”, e lo abbiamo fatto in silenzio e con grande serietà, una traiettoria per superare una Napoli immobile, isolata, ripiegata su se stessa e soprattutto senza ambizione. L’audacia dell’ambizione è quello che vogliamo trasmettere ai napoletani: l’ambizione di recuperare i ritardi, le occasione perdute, l’ambizione di correggere gli errori, l’ambizione di chi non si rassegna e vuole parlare di cambiamento. L’ambizione di affermare la legalità come principale risorsa per il rilancio di Napoli, l’ambizione di volere ancora una volta il mare, l’ambizione di pensare che Napoli deve semplicemente tornare ad essere Napoli”.