Casavatore: lunedì arriva la commissione d’accesso al Comune. Ecco i nomi

Il Prefetto di Napoli ha deciso lunedi arriva la commissione d’accesso al Comune di Casavatore. Il pool di 007  sarà presieduto dal viceprefetto Aldo Lombardo che sarà coadiuvato dall’architetto Salvatore Esposito e dal colonnello del comando provinciale dei carabinieri di Napoli, Cristiano Tomassini. E’ la conseguenza dell’inchiesta della Dda di Napoli che 15 giorni fa ha portato a 15 avvisi di conclusioni indagini per presunti condizionamenti della criminalità organizzata alle ultime elezioni, tra cui il sindaco Lorenza Orefice (Udc) e il suo sfidante al ballottaggio, Salvatore Silvestri (Pd). L’inchiesta della Dda nasce dal duplice omicidio di  Ciro Cortese e Aldo Pezone, ritenuti legati al gruppo camorristico dei Vanella-Grassi di Scampia avvenuto il 24 aprile 2015 quando in un bar di Casavatore. Cortese aveva in tasca un bigliettino con il nome di un candidato, Mauro Ramaglia, e con l’annotazione accanto di una cifra, 2000. Dalle intercettazioni telefoniche sull’utenza di Ramaglia e di alcuni suoi familiari è venuta alla luce una intensa e generalizzata attività di ”compravendita” di voti. Voti acquistati con buoni pasto, o con 50 euro a testa o ancora con posti di lavoro. Le telefonate ascoltate dagli inquirenti documentano anche le lamentele di alcuni elettori: (”Mauro, mi ha mandato un paio di pacchi di pasta in meno”, ”non ti preoccupare, il vino, ti devo regalare il vino? già è regalato va bene? te lo do o stasera o domani va bene?”). C’è anche chi protesta per non aver ricevuto i cinquanta euro pattuiti: come una tale Nancy, la quale si lamenta per non essere stata pagata e sostiene che, come sottolineano gli inquirenti ”se non le verrà corrisposta la somma frutto della promessa fatta in campagna elettorale, denuncerà tutti quanti, e soprattutto Ramaglia per quel ‘fatto suo’. Una indagine che si estende a macchia d’olio con il coinvolgimento di altri candidati, nonché dei vertici della polizia municipale e con una serie di episodi indicativi del clima di intimidazione camorristica, come il pestaggio del fratello di un candidato, anch’egli ritenuto legato al clan, che stazionava nei pressi del comitato elettorale di Silvestri. Oltre al sindaco in carica e al suo sfidante tra gli indagati ci sono Salvatore Ferone, elemento di spicco dell’omonimo clan e nipote del boss Ernesto, che appoggiava Lorenza Orefice, il comandante dei vigili urbani, Antonio Piricelli, e il maresciallo della polizia locale, Vincenzo Orefice (per entrambi, però, il magistrato ha escluso la matrice mafiosa). Mentre la pesante accusa compare nel capo di imputazione per tutti gli altri, tra cui i consiglieri comunali Ciro Minichini e Salvatore Pollice (entrambi sostenitori di Silvestri e ora in minoranza nell’assise cittadina) e Giuseppe Pranzile, (maggioranza). Coinvolti, inoltre, gli aspiranti consiglieri che avevano svolto la campagna elettorale per il candidato sindaco Salvatore Silvestri ma che sono risultati non eletti, Ciro Rossi, Barbara Cozzolino e Mauro Ramaglia e Paolo Spinuso che aveva sostenuto, ma solo al ballottaggio, Lorenza Orefice.Tra i destinatari dell’avviso anche Massimo Minichini, fratello di Ciro; Nadia Sarnataro, moglie di Ramaglia; Giuseppe Pellegrino, operaio addetto all’affissione di manifesti elettorali per conto di una società privata.  Silvestri, Ramaglia, Sarnataro, Cozzolino, Piricelli, Vincenzo Orefice e Pollice sono indagati per voto di scambio perché, “in concorso tra loro e con altre persone in corso di identificazione, durante la campagna elettorale per il rinnovo del consiglio comunale del 31 maggio 2015 e del successivo turno di ballottaggio del 15.06.2015 per ottenere il voto in favore della liste collegate al sindaco Democrat promettevano beni e varie utilità”.Il comandante dei vigili urbani Piricelli, che è anche presidente del consorzio cimiteriale e consigliere comunale ad Ischia, eletto in una lista civica) insieme al maresciallo Orefice “…nel sovraintendere alle normali operazioni di tutela del territorio (disinfestazioni e derattizzazioni) evidenziavano ai cittadini che tali operazioni erano state realizzate per il diretto interessamento e su insistenza di Mauro Ramaglia, Salvatore Silvestri e Salvatore Pollice…si attivavano anche per evitare che i manifesti elettorali di Silvestro e Ramaglia venissero strappati, modificando anche in modo evidente e riconoscibile dalla cittadinanza l’orientamento delle telecamere di videosorveglianza comunale”. Il comandante Piricelli avrebbe omesso anche di denunciare all’autorità giudiziaria alcuni fatti di reato di cui aveva avuto notizia e sempre riguardanti le elezioni amministrative. Silvestri, Ciro Minichini, Rossi, Ramaglia e Pollice, invece, “…si avvalevano ai fini della propaganda elettorale di Massimo Minichini, pur consapevoli che lo stesso era sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale ai sensi della normativa antimafia, quale appartenente al clan Ferone, sottogruppo degli Amato-Pagano”.Massimo Minichini invece “…il 13 giugno fu pubblicamente picchiato da Paolo Spinuso, Salvatore Ferone e Giuseppe Pellegrino che favorivano il candidato sindaco della cordata elettorale contrapposta a Silvestri e facente capo a Lorenza Orefice… Questi ultimi  avrebbero anche esercitato pressioni con mezzi illeciti atti a diminuire la libertà elettorale per costringere numerosi elettori dei quartieri di Casavatore a votare in favore dei candidati Lorenza Orefice e Giuseppe Pranzile, suocero di Salvatore Ferone”. Scrive il magistrato: “…L’intento dei clan era di creare e beneficiare dei canali di collegamento istituzionali, derivanti dalla elezione di soggetti eletti anche attraverso il metodo della corruzione elettorale di tipo mafioso”. Ora l’arrivo della commissione d’accesso sembra essere il preludio allo scioglimento del comune per infiltrazioni camorrisiche.

 

 


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