E’ scoppiato un caso nel caso della morte di Francesca Napolitano, la 42enne di Bagnoli morte all’ospedale Monaldi per un problema al cuore e perché dopo due giorni di attesa all’ospedale San Paolo è arrivata in fin di vita al centro specializzato che aveva le sale operatorie occupate e dopo due ore è morto. Non si riesce a trovare un medico legale di parte che dovrebbe seguire per conto della famiglia di Francesca l’autopsia sul corpo della donna. Tutti quelli contattati dall’avvocato Gennaro Razzino hanno rinunciato. E’ un caso spinoso con un clamore mediatico enorme e con l’attenzione del Ministero pe rla salute che da domani farà arrivare gli ispettori. Domani il pubblico ministero Giuliana Giuliano, titolare del fascicolo con il coordinamento del procuratore aggiunto Giuseppe Lucantonio, nominerà i consulenti che dovranno eseguire l’esame sul corpo della donna. L’autopsia è fissata per martedì mattina e consentirà di avere riscontri importanti per ricostruire i fatti e le cause della morte di Francesca. Al momento nel fascicolo aperto dalla Procura di Napoli si contano cinque medici indagati, tutti quelli dell’ospedale San Paolo dove Francesca era stata per il primo ricovero. Ora a parte l’inchiesta e gli interrogativi della politica e dell’opinione pubblica sulla gestione del sistena delle emergenze sanitarie in Campania ci si chiede se Francesca si sarebbe potuta salvare? E cosa è accaduto dal ricovero in codice verde all’ospedale San paolo di Fuorigrotta all’emergenza della notte successiva? E se ha inciso il ritardo determinato dalle difficoltà di trovare posto in un ospedale attrezzato per gestire un caso come quello di Francesca. Il direttore sanitario del Monaldi ieri ha fatto sapere che è stato fatto tutto il possibile per salvarla. Ma ora sarà l’inchiesta a stabilire se è così.
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