L’imprenditore di S.Antonio Abate conferma in aula le tangenti pagate all’ex sindaco di Sant’Anastasia

 Fu arrestato mentre intascava una mazzetta dal titolare della ditta che si occupava di igiene urbana. Ieri Carmine Esposito, ex sindaco di Sant’Anastasia si è ritrovato faccia a faccia con il suo accusatore, l’imprenditore di S. Antonio Abate, Nicola Alfano. Il testimone chiave nel processo che si sta celebrando al Tribunale di Nocera Inferiore è arrivato in aula per confermare le accuse nei confronti dell’ex primo cittadino. Acquisite le denunce e le dichiarazioni dell’imprenditore della provincia di Napoli, i giudici – presidente Raffaele Donnarumma, i difensori e il pubblico ministero Roberto Lenza si sono riservati di controesaminare il testimone nel corso della prossima udienza. Sono agli atti del processo le due denunce di Alfano, presentate ai carabinieri il 9 e il 10 dicembre del 2013, pochi giorni prima che scattassero le manette ai polsi del sindaco-medico anestesista dell’ospedale Cardarelli di Napoli. Nel corso dell’udienza è emerso che lo stesso Alfano fu inizialmente indagato dalla Procura di Nola, ma le accuse nei suoi confronti furono poi archiviate. I carabinieri arrestarono Esposito mentre intascava una mazzetta di 15mila euro, le banconote furono ritrovate nell’auto in cui si svolse l’incontro tra il sindaco e l’imprenditore. Lo scambio di soldi avvenne dinanzi ad un bar di Angri e il processo per competenza si svolge presso il Tribunale di Nocera Inferiore. Agli atti del procedimento i colloqui e il filmato dell’incontro per la consegna del danaro. In aula, mercoledì mattina, era presente l’ex sindaco Esposito – volto sereno, giacca tessuto ‘pied de poule’ e un foulard sportivo, ha aspettato qualche ora che iniziasse l’udienza, accompagnato dal suo avvocato Vincenzo Maiello. Teso il superteste, Nicola Alfano, sostenuto da alcuni familiari e assistito dall’avvocato Domenico Ciruzzi, si è presentato sul banco dei testimoni per confermare le denunce. Ma ad anticiparlo l’accordo tra difesa e accusa di acquisire i verbali e le dichiarazioni rese. Quelle che spinsero gli inquirenti ad arrestare l’allora sindaco di Sant’Anastasia.(r.f.)


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