Napoli: tutti gli uomini dei Mariano. Il pentito Overa svela i nomi e i ruoli degli insospettabili del clan. LA FOTOGALLERY

Il pentito dei Quartieri Spagnoli, Maurizio Overa ha svelato agli investigatori quello che era il “sistema” Mariano, la potente cosca dei Picuozzi che tre 30 anni circa ha comandato nella zona a ridosso di via Toledo e non solo. Era uno dei clan più forti di Napoli e della Campania con tante alleanze trasversali, tante ramificazioni ma anche una solida organizzazione stile azienda. E tutto questo sistema è stato svelato dal neo pentito in  centinaia di pagine di dichiarazioni molte delle quali con gli scontati omissis. Il quotidiano Il Roma ha pubblicato alcuni stralci. Ecco le dichiarazioni di Maurizio Overa sui ruoli degli affiliati del clan. La Dda gli fa fare una sorta di scheda analitica di tutti quelli che sono staticon lui nel clan

Mario Iuliucci “…è detto “Marittone”. Si tratta di una persona che possiamo considerare vicina ai Mariano che da anni gestisce un’attività insieme al figlio nel settore delle macchinette videopoker che vengono installate negli esercizi commerciali. Preciso che Iulicci installava le macchinette “lecite”, cioè dichiarate al Monopolio, sia quelle non legali sulle quali vie è, per altro, un maggior guadagno in quanto sono truccate e non vengono pagate le tasse. Escludo assolutamente che Mario Iuliucci possa essere considerato una vittima di estorsione. Si tratta di una persona che era stata ben favorita dal clan Mariano, in quanto aveva la possibilità di installare le macchinette di videopoker in regime di monopolio. Ovviamente, in cambio di ciò, Marittone ci versava una quota mensile di circa duemila euro che, a mio giudizio, era una minima parte rispetto a quanto lui guadagnava. Faccio presente che in più occasioni Mario Iuliucci si rivolgeva a noi del clan Mariano quando rilevava che in un esercizio commerciale della zona dei Quartieri Spagnoli o delle zone limitrofe, Rua Catalana, zona Orefici, palazzo Ammendola dove c’erano i nostri alleati, Trongone, erano installate macchinette di altri gestori e noi intimavamo a questi ultimi di utilizzare, per quel servizio, in via esclusiva, la ditta di Mario Iuliucci. Mi risulta che avesse installato anche delle macchinette sulle navi della Caremar ma, per quanto mi riguarda questo settore, dovevamo accordarci per volere di Marco Mariano, ma non è statopossibile farlo per mancanzaa di tempo”.

Mario Tortora “…lo conosco da molti anni e so che è un amico stretto di Marco Mariano junior, figlio di Ciro. I due sono soci da sempre nel settore delle scommesse. L’agenzia che gestisce Tortora nella zona di piazza Carolina di Napoli, può essere considerata in società con Marco Maria- no junior ha sempre aiutato durante la sua detenzione. Escludo in modo categorico che Mario Tortora possa essere considerato una vittima di estorsioni da parte del clan Mariano. Dico questo perché lui è cresciuto insieme ai Mariano ed è cresciuto economicamente e sfruttando il nome dei Mariano. Tutto ciò che Mario Tortora ha fatto per noi lo ha fatto volontariamente e non è mai stato costretto. Anche lui, come gli altri imprenditori che avevano rapporti con il clan, sapevano benissimo quello che facevano e perché ci aiutavano economicamente. Escludo che Tortora sia stato costretto da noi ad utilizzare la sua carta di credito per il noleggio di alcune autovetture utilizzate da Marco Mariano e da altri affiliati. Tortora ha dichiarato di aver subito minacce da parte nostra e di essere costretto ad aiutarci ma credo che ciò che a detto è sicuramente falso e frutto di un accordo tra lui e i Mariano. Nessuno può accusare i Mariano senza subire ritorsioni sia dirette che indirette. L’unica possibilità è che i capi del clan autorizzino tale comportamento. Tortora oltre all’agenzia di scommesse di cui ho parlato è titolare di siti di scommesse on line e mi risulta che spesso si reca a Malta dove dovrebbe avere dei contatti per la gestione di questi siti e dove riesce ad ottenere anche delle agevolazioni fiscali”.

Antonio Ricci detto “fè fè” “…è un nostro vecchio affiliato che ha sempre avuto un ruolo di autista e di accompagnatore del boss Marco Mariano
sin dagli anni Novanta quando era un addetto al lotto clandestino. A partire dal 2009, quando Marco è stato scarcerato, è rientrato a far parte del clan con mansioni di autista e uomo di fiducia. Mi risulta che Ricci ha un figlio che lavora assieme ai figli di Ciro Mariano ed Ernesto Tecchio e probabilmente ha intestato anche qualche attività per conto dei Mariano. Ricci ha partecipato assieme a noi ad alcuni acquisti di cocaina, in particolare ricordo l’acquisto di due chili. In questa occasione Ricci andò a prelevare la cocaina che poi portò a noi per rivenderla. Questa cocaina venne da noi consegnata a Massimo Gallo di Caivano, coindagato insieme a noi. Ricordo che Marco disse che la cocaina era di qualità scadente e Massimo Gallo ci avrebbe fatto il piacere di venderla nella sua zona”.

Luisa Gaetano “…è una nostra affiliata dei Quartieri Spagnoli che soprattutto nei periodi più recenti, dopo la scarcerazione di Marco Mariano, ci ha favorito o mettendo a disposizione il suo appartamento ai Quartieri Spagnoli per gli affiliati, o portando imbasciate, o le mesate e, talvolta accompagnando Marco Mariano in ca- so di necessità. Inoltre si è occupata di trattare prodotti con marchi contraffatti con Umberto Frattini e altri”.

Maria Quinzio “… la conosco solo di vista e dovrebbe trattarsi di una parente della moglie di Marco Mariano a nome Patrizia Cinque. Non so di preciso cosa facesse ma, ho letto che la stessa si occupava dei cosiddetti “carosielli”. A tal proposito vi spiego come funziona il sistema. Di solito il “carosiello” viene organizzato da una persona “stimata” del quartiere. Ciò in quanto questa persona si occupa della raccolta di soldi tra più persone che vengono versati nelle sue mani. le quote sono tutte uguali per tutti e devono comprendere una percentuale che dovrà servire per pagare la quota anche all’organizzatore del cosiddetto “carosiello”. Ogni mese, il responsabile del “carosiello” organizza una riunione per estrarre il numero vincente tra i partecipanti. Normalmente questo sistema viene organizzato dalle mogli dei detenuti e questa persona si intende “stimata” in quanto moglie di un personaggio carismatico nell’ambito della malavita. Il sistema è buono per tutti perché tutti alla fine vincono ottenendo la restituzione dei propri soldi salvo quella percentuale pari al 10% circa, riservata alla persona che organizza il “carosiello”. Sicuramente se Quinzio è stata individuata come responsabile dei “carosielli” è perché la stessa è parente di Patrizia Cinque e quindi vicina alla famiglia Mariano”.

Edene Rodrigues Mendes “…è la convivente di Ciro Romano. Effettivamente ricordo che abitavano in via Pisciarelli a confine con Pozzuoli. non posso escludere che abbia trafficato droga insieme al convinte”.

Giancarlo Flaminio “…è il marito di Valentina Capano, figlia della mia convivente Fortuna Esposito. Con loro io ho sempre avuto pessimi rapporti perché non si sono mai occupati della figlia a nome che infatti è cresciuta con me e la mia convivente. Mi risulta che Flaminio si occupasse di truffe agli anziani e per questo reato sia anche stato tratto in arresto. Una volta mi fece chiedere se potevo fornirgli un quantitativo di cocaina, ma io gli feci capire che non doveva rivolgersi a me in quanto era una persona che non stimavo. No so se gestisce una piazza di droga in piazza Mercato anche se Flaminio frequenta quella zona”.

Antonio Cardaropoli detto “Pacchianiello”  “…di cui ho già riferito a proposito delle armi. Questa persona era ritenuta una persona di fiducia di Marco Mariano. Oltre al mantenimento delle armi si occupava di piccole mansioni, accompagnando il boss talvolta, trasportando cocaina o facendo cessione di cocaina. Preciso che secondo l’organizzazione più recente del clan Mariano non era più previsto come in passato una vera e propria mesata, ma si decideva di volta in volta e a secondo dell’incarico svolto, il compenso da dare all’affiliato”.

Armando Perrella  “…è un vecchio affiliato al clan Mariano ed è cognato di Salvatore Mariano figlio di Ciro. Anche lui come me aveva vari ruoli all’interno del clan dalle estorsioni alla droga, ai rapporti con gli altri clan. Armando Perrella è il titolare di una impresa di pompe funebri ai Quartieri Spagnoli che gestisce per il tramite di un suo dipendente a nome Luigi. Mi risulta che il padre di Armando Perrella, negli anni Novanta, ricevette una somma di un miliardo di vecchie lire dal boss Ciro Mariano, che era diventato consuocero, soldi che non sono stati più restituiti e che loro utilizzarono per appianare i debiti”.

Antonio Castaldo “…è un ragazzo di Brusciano detto “mappatella”. Era stato portato all’interno proprio da Marco Mariano il quale lo utilizzava per piccole mansioni come farsi accompagnare, comprare il giornale ed altre piccole cose compreso l’attività di contraffazione che faceva insieme ad Umberto Frattini”.

Antonio Cammarota detto “baccalà”. “…Si tratta di una persona che io conosco come un truffaldino e che fu presentato a Marco Mariano in occasione della famosa truffa del vino che contestata a nostra carico. Sapevo che Cammarota si occupava anche di merce contraffatta come orologi o abbigliamento con marchio contraffatto. Io mi lamentavo spesso con Marco Mariano del fatto che persone come Antonio Masiello o il nipote Umberto Frattini e Armando Perrella gli facevano conoscere personaggi dediti alle truffe. Questo infatti ci screditava anche nell’ambiente criminale per la reputazione del nostro clan”.

Umberto Caldarelli “…l’ho conosciuto una sola volta e non so se si tratta di una persona imparentata con la famiglia malavitosa della zona delle Case Nuove. Ricordo solo che questa persona si mise in contatto con Marco Mariano dicendogli che il nipote Umberto Frattini aveva acquistato da lui degli orologi contraffatti senza pagarli. Marco prese tempo e comunque non mi risulta che Frattini abbia più pagato”

Fabio Rossi “…è un mio vecchio compagno di scuola, so che è titolare di uno studio tecnico che si occupa di sinistri stradali e di assicurazioni e mi risulta che ha un rapporto di lunga durata con Ciro Mazzarella. Così come mi risulta che aveva ottimi rapporti con Antonio Masiello detto “’o Nu”. Rossi mi riferì anche che era sicuro che le forze dell’ordine gli stavano addosso e che nel suo studio c’erano microspie e  per tale motivo non andai più presso il suo studio. È molto conosciuto nell’ambiente malavitoso perché è bene inserito nel sistema delle truffe assicurative per cui è sicuramente ben collegato con esponenti di vari clan camorristici di Napoli. Non mi risultano rapporti di frequentazioni con Marco Mariano. So solo che lo trovai in un incontro nella zona degli Orefici con gli altri soggetti che si sono occupati della truffa del vino”.

Francesco Mormile “…un vecchio affiliato al clan Mariano che aveva il compito di fare da intermediario per l’acquisto di armi per conto del clan. Come vi ho detto, quanto Marco è uscito dal carcere, noi abbiamo anche contattato come vecchio affiliato Mormile e siamo andati a pranzare anche nel ristorante del figlio. Non so in che termini Marco Mariano lo abbia coinvolto nuovamente nel clan e quale ruolo gli abbia affidato. Mormile è una persona molto riservata”.

Antonio Di Meglio “…è un affiliato al clan Mariano ed è entrato a far parte del gruppo dopo la scarcerazione di Marco avvenuta nel 2009. Non aveva all’interno del clan un ruolo preciso ma girava armato con noi e si occupava anche di estorsioni”.

Annamaria Dresda “…è la madre di Antonio Di Meglio. Non mi risulta avesse un ruolo di particolare rilevanza nel clan. È possibile che Marco Mariano l’abbia invitata a portare qualche imbasciata a qualche affiliato o che ci abbia ospitato per qualche incontro o riunione nella casa di Luisa Gaetano detto Lisetta, con la quale conviveva”.

Carmine Furgiero detto ’o pop  “…è titolare notissimo della piazza di spaccio di hashish denominato della “sposa”. Lui si rifornisce direttamente dai suoi fornitori anche se in alcune circostanze lo abbiamo rifornito noi del clan Mariano. In ogn caso Furgiero che gestisce la “piazza” insieme al cognato Gaetano e ad altri suoi familiari, versa al “sistema” una quota settimanale di 1.500 euro e prima della crisi era di 3.000 euro. La quota veniva poi divisa tra Antonio Esposito “’o pallino, Enrico Ricci “’e fraulella” ed Eduardo Saltalamacchia, oltre che con Marco Ma- riano che cedeva la sua quota ai Mariano”.

Benedetto Ricci “…è il fratello di Antonio detto “Fè fè” e si tratta di un vecchio rapinatore di banche, specializzato nei colpi alla banche attraverso la tecnica del buco in quanto era un ex addetto al servizio fognature di Napoli. Mi risulta che lo stesso fu coinvolto nella rapina alla gioielleria “Mo- netti” e che fu portato dal fratello Antonio da Marco Mariano ma non so se per portargli una quota o per giustificarsi di ciò che aveva fatto”.

Eduardo De Crescenzo detto ’o russo “…è un affiliato ai fratello Trongone di Santa Chiara anche se prima di loro è stato affiliato ai Di Biasi dei Quartieri Spagnoli e poi con i Prinno di Rua Catalana. Eduardo De Crescenzo è un vecchio ras”.

 (nella foto grande Marco Mariano al momento dell’arresto)

 


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