Salerno: assunzioni pilotate all’Università, indagato il sindacalista Passamano

Una gara d’appalto pilotata per favorire l’assunzione di amici e parenti: il fascicolo d’indagine sull’Università degli Studi di Salerno è il numero 1036/16 della Procura di Nocera Inferiore. La Procura ha iscritto, inizialmente otto persone, e oltre ai nomi del Rettore Aurelio Tommasetti e del direttore generale Attilio Maria Bianchi, figura quello del numero uno del sindacato Cisl, Pasquale Passamano. L’uomo, figlio dello storico Pietro Passamano al quale l’Università di Salerno, ha dedicato una piazza è accusato in concorso con i vertici dell’ateneo di abuso d’ufficio e falso. Ha fatto parte della commissione che ha deliberato l’avvio della gara d’appalto per la somministrazione di lavoro interinale presso le segreterie e le biblioteche dell’ateneo. Passamano, intervistato la scorsa settimana, aveva in qualche modo giustificato quella scelta sostenendo che nel 2014, vista la mancanza di rimesse da parte dello Stato per l’assunzione di personale, il consiglio di amministrazione era stato costretto ad indire la gara pubblica. Il sindacato Cisl, maggioritario se non monopolistico tra i dipendenti dell’Ateneo, secondo quanto accertato dalla Procura, avrebbe avallato le scelte amministrative riguardo la gara affidata alla Lavorint spa, la società interinale di Milano che ha avuto il compito – a partire dal 2014 – di somministrare personale interinale all’Ateneo. Ma proprio il sindacato, secondo quanto accertato fino ad ora dal nucleo investigativo del comando provinciale dei carabinieri, avrebbe avuto un ruolo di primo piano all’interno delle vicende oggetto dell’indagine. L’avviso esplorativo della gara – poi affidata alla Lavorint – parte nel maggio del 2014, frutto di una delibera del consiglio di amministrazione dell’università. La procedura negoziata viene avviata con la pubblicazione sulla Gazzetta aste appalti pubblici il 4 giugno del 2014. Secondo l’ipotesi investigativa, i 15 addetti tecnico-amministrativi, assunti a tempo determinato, a partire dal 2014 attraverso le selezioni della società milanese sarebbero collegati a dipendenti dell’ateneo e a sindacalisti. Tra gli indagati figurano esponenti della Cisl. Sindacato, tra l’altro, che fino ad ora non ha mai eccepito nulla al rettore Tommasetti e alla direzione generale. A chiedere,con istanze formali, notizie e spiegazioni sull’appalto pubblico, costato 660mila euro, fu nel 2014 la Uil con una serie di richieste mai esaudite. L’elenco dei nomi dei lavori somministrati, con le relative mansioni alle quali erano stati adibiti, è rimasto lettera morta fino all’inizio dell’inchiesta, partita a gennaio di quest’anno dalla procura di Nocera Inferiore e coordinata dal procuratore capo, Amedeo Sessa. Proprio i 15 assunti a tempo determinato per un biennio, il cui contratto è stato rinnovato, sono stati ascoltati giovedì scorso dai carabinieri del Nucleo investigativo e da quelli della sezione di Pg del Tribunale. «Massimo rispetto per i colleghi delle altre sigle sindacali che hanno denunciato irregolarità – aveva detto Passamano nell’intervista della scorsa settimana – noi non abbiamo elementi tali da poter sostenere una cosa del genere. Ben venga che si faccia chiarezza». Ora, il nome del sindacalista figura nel fascicolo d’inchiesta aperto sulla gara d’appalto e su altre vicende amministrative dell’ateneo salernitano. La Cisl, secondo gli inquirenti, ma anche a detta dei “corvi” che hanno inondato di lettere anonime, dettagliatissime, la procura di Nocera Inferiore, avrebbe avuto un ruolo di primo piano, spartendosi – all’interno dell’ateneo – assunzioni e prebende. Naturalmente accuse che dovranno essere dimostrate dall’indagine in corso. (r.f.)

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