Sorrento la Cgil difende gli stagionali e scrive al sindaco Cuomo

Una lunga lettera quella scritta dalla Cgil della Penisola Sorrentina a difesa dei lavoratori stagionali . Una lettera indirizzata al sindaco Cuomo  in cui si chiede impegno e  una programmazione efficace. “Come forza sindacale, ci sentiamo di dare un contributo concreto alla crescita ed allo sviluppo del territorio. E’ un impegno che abbiamo assunto da tempo, facendo proposte serie ed innovative, come l’istituzione di un Osservatorio comprensoriale per il monitoraggio del lavoro precario ed il contrasto e l’emersione del lavoro non regolare; un organo da noi fortemente voluto, un organo variegato ma non eterogeneo, un organo di supporto alle Amministrazioni locali che intende rilanciare le prospettive di crescita della Penisola Sorrentina, emancipando il lavoro ed introducendo temi come lo sviluppo eco-compatibile del territorio, la lotta serrata all’illegalità ed agli sprechi, il dialogo coi commercianti e con chi lavora nel terzo settore, il miglioramento della qualità di vita per giovani, anziani e diversamente abili. Da quest’analisi bisogna ripartire se si intende determinare realmente una svolta in favore dello sviluppo di una comunità. Partire dalla qualità del lavoro e dalla legalità nel lavoro, certo. Ma non solo: l’intento di questo contributo di idee è quello di proporre un confronto serio e scevro da tatticismi di sorta su poche ma fondamentali tematiche. Il comparto del turismo ricopre una particolare importanza nel quadro delle politiche di sviluppo economico e assume una valenza strategica nella costruzione di un sistema capace di rafforzare la competitività e la capacità attrattiva dell’economia locale. L’attivazione di forti sinergie tra il sistema delle autonomie locali e funzionali rappresenta una delle condizioni di successo delle politiche territoriali di sviluppo per la crescita del sistema delle imprese, in particolare piccole e medie, che costituiscono l’ossatura del sistema economico del territorio. Ciò premesso, appare prioritario procedere ad una graduale e progressiva destagionalizzazione del settore turistico. Allo stato, molte strutture somministrano ai lavoratori contratti di lavoro semestrali. Ma, anche in ragione della modifica degli ammortizzatori sociali, con l’introduzione della Naspi che riduce la durata della nuova misura di sostegno al reddito, è auspicabile una modifica della contrattazione. Sui contratti occorre, però, una precisazione: Cgil e Filcams condannano il proliferare di contratti di stage nonché l’utilizzo smoderato dei voucher ed auspicano l’impiego di formule contrattuali più stabili. In tal senso, appare credibile la proposta di un contratto che riequilibri le prestazioni lavorative nei periodi di alta e bassa stagione, un istituto tipo la banca delle ore, che favorirebbe l’allungamento dei contratti. In pratica, ogni singolo lavoratore potrebbe contare sul recupero delle ore di lavoro straordinario, accantonate nei periodi di alta stagione, ed utilizzarle durante i periodi di bassa stagione. Questo consentirebbe un recupero minimo di 5,5 settimane di lavoro. Ancora, si può pensare ad un contratto di 8 mesi con bonus occupazionali per le aziende negli ultimi due. In pratica, durante il settimo ed ottavo mese le Istituzioni superiori (Regione, Stato centrale, Europa) dovrebbero alleggerire la pressione fiscale e contributiva ai datori di lavoro virtuosi o offrire loro dei bonus occupazionali. Un esempio potrebbe essere che la deduzione Irap, prevista dalle attuali norme, venga riconosciuta anche ai contratti di lavoro stagionali, per i quali la legge e/o la contrattazione collettiva riconoscono il diritto di precedenza nella riassunzione. O ancora, il ricorso all’utilizzo di fondi europei previsti per la destagionalizzazione dei flussi turistici. Parliamo di qualcosa di concreto ed attuabile che potrebbe far sperimentare in Penisola Sorrentina un turismo di qualità, quello strutturato da una forte connotazione di carattere culturale o quello dedito alla valorizzazione delle produzioni tipiche e naturali locali. Non parliamo di cose campate in aria, bensì di interventi precisi tipo la promozione di festival o eventi a sfondo culturale; lo sviluppo di reti tra i siti culturali, naturali ed etno antropologici; la sottoscrizione di accordi tra soggetti diversi (locali, nazionali ed internazionali) volti a favorire gli scambi tra vari paesi e differenti realtà. Inoltre, un sistema virtuoso come questo potrebbe rapidamente generare nuova occupazione, con la realizzazione ad esempio di Cooperative (auspicabilmente gestite da giovani) che si occupino di valorizzazione e vendita dei prodotti tipici locali. Il sistema appena descritto, oltre alla rivalutazione del territorio, consentirebbe al lavoratore la completa copertura economica dei periodi non lavorati durante l’anno (8 mesi di lavoro, 4 di Naspi). La valorizzazione del patrimonio culturale, artistico e paesaggistico dell’intera area, quindi, attraverso il miglioramento della qualità e dell’organizzazione delle strutture e dei servizi di informazione e accoglienza dei flussi turistici, rappresenta un obiettivo prioritario. Intanto, nell’immediato, appare sostenibile l’ipotesi che l’Ente bilaterale turismo garantisca un’integrazione di sostegno al reddito (l’accesso alle integrazioni sarebbe riservato alle aziende iscritte e regolarmente contribuenti all’Ente) a quei lavoratori che, cessata la Naspi, non riprendano a lavorare o non possano accedere a prestazioni aggiuntive tipo l’Asdi. Sarebbe una soluzione temporanea ed una tantum, finalizzata ad aiutare le famiglie dei lavoratori stagionali ad uscire dal disagio economico dovuto alla eventuale mancanza di reddito”. I rappresentanti dei lavoratori hanno posto all’attenzione del sindaco anche diversi spunti di riflessione.


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