Le immagini hanno delineato i volti dei quattro baby killer che tre giorni fa hanno compiuto il raid intimidatorio nei confronti della caserma dei carabinieri di Secondigliano. Le intercettazioni hanno fatto il resto. Ovvero hanno chiarito agli investigatori anche i mandanti e chi ha collaborato con loro fornendo armi e i nascondigli ai quattro.”bum- bum”, “siamo pronti?”, queste alcune delle frasi intercettate. Ma anche “Mi servono i fucili, mi servono i fucili”, ha urlato un uomo al telefono, uno che abita nella zona della Secondigliano vecchia, a pochi metri dalla caserma dei carabinieri crivellata di colpi. E dall’altra parte c’è una donna utilizzata come portatrice di telefonino. La cella del telefono della donna si aggancia a un ripetitore di Casavatore. Poi la donna passa il telefonino a un altro uomo. “Portami i fucili, portami i fucili… allora non hai capito? Qui dobbiamo pompare…”, dice in maniera nervoso l’uomio che parla da Secondigliano. E poche ore dopo avviene la sparatoria. E’ più di un’ipotesi investigativa il fatto che i “Girati” della Vanella-Grassi abbiano chiesto aiuto ai loro alleati di sempre ovvero i Ferone di Casavtore coinvolti anche nell’inchiesta che ha portato la commissione d’acceso al Comune il mese scorso. E’ la pista privilegiata quella della vendetta del boss latitante perchè alla moglie òe sono stati sottratti i figli dal Tribunale. Ma non è la sola. Perché anche i Licciardi sono capaci di azioni del genere così come lo sono gli uomini della cosca di Walter Mallo oramai presi in una spirale di violenza con gli agguati mortali di Piscinola e della Sanità dell’altra sera. Un fatto però è certo i quattro autori del raid hanno le ore contate. Lo Stato è pronto a rispondere all’attacco.