Lo scandalo Inps di Salerno, premi fino a 200mila euro. Indagati 80 funzionari e dirigenti

Le casse dell’Inps come il forziere di Paperon de Paperoni al quale potevano attingere, incassando fior di milioni di euro, dirigenti e funzionari dell’istituto di Previdenza sociale nazionale. Sono 80 i dipendenti campani iscritti nel registro degli indagati per aver incassato, fraudolentemente, premi di produttività sui dati – fasulli – immessi nel sistema informatico centrale dell’istituto previdienziale. Dirigenti e funzionari che accedevano al forziere dell’Inps, attraverso un meccanismo semplicissimo, e riuscivano ad incassare anche 200mila euro l’anno di premi di produttività. Ottanta le persone, dislocate nei vari uffici provinciali e regionali, ma anche nella sede centrale di Roma che circa un mese fa sono state iscritte nel registro degli indagati, per falso ideologico e truffa aggravata, dal sostituto procuratore Roberto Lenza che sta coordinando le indagini nell’inchiesta Mastrolindo. A ottobre scorso erano scattate le perquisizioni in tutta Italia, al vaglio dei carabinieri del Reparto Territoriale di Nocera Inferiore e della sezione di Pg della Procura la posizione di centinaia di funzionari, ispettori e dirigenti centrali e locali che avrebbero lucrato indebitamente somme erogate a titolo di incentivo e produttività. Da nord a sud della Penisola, un sistema collaudato per il quale tra il 2012 e il 2013, l’Inps avrebbe erogato 400 milioni di euro ai suoi dipendenti. Il sistema era semplice gli addetti inserivano nel sistema informatico dell’Ente dati falsi circa il numero di disconoscimenti di rapporti di lavoro alle dipendenze delle aziende controllate. In questo modo i funzionari dimostravano di aver raggiunto gli obiettivi di produttività imposti dall’Inps, ottenendo le somme. Più disconoscimenti, più incentivi e per anni i furbetti hanno raddoppiato o triplicato i propri stipendi annui. Nell’informativa redatta dagli inquirenti e al vaglio del sostituto procuratore Roberto Lenza vi sono cifre da capogiro e nomi altisonanti che potrebbero causare un terremoto giudiziario capace di scuotere le fondamenta dell’istituto di previdenza sociale nazionale. A giorni il nuovo filone di indagine avviato dalla procura nocerina, nell’ambito dell’operazione Mastrolindo che ha esaminato migliaia di falsi lavoratori e ditte fantasma che hanno depredato le casse dell’Inps, arriverà ad una svolta. Tremano i vertici romani dell’Istituto ma anche i funzionari e i dirigenti dislocati in tutta la Campania negli uffici decentrati. Intanto, si attende la fissazione dell’udienza dinanzi al Tribunale del Riesame per l’Appello proposto dal Pm contro il mancato sequestro di quattro milioni di euro a carico di cinque alti funzionari dell’Ente, accusati di truffa aggravata per non aver segnalato le imprese fasulle e per aver consentito che finti lavoratori incassassero erogazioni previdenziali e assistenziali. In questa tranche dell’inchiesta Mastrolindo sono indagati Gabriella Zaccaria, 61 anni salernitana, direttore provinciale dell’Inps di Salerno; Angela Santopietro, 50 anni, di Salerno, responsabile dell’ufficio ispettivo provinciale Inps Salerno all’epoca dei fatti; Antonello Crudo, 47 anni, di Roma, oggi direttore per la previdenza dell’Inps che ha rivestito il ruolo di direttore generale dell’Istituto nel 2015, succedendo a Mauro Nori; Dario Dolce, 65 anni di Treviso, residente a Roma, dirigente della direzione centrale entrate dell’Inps e Antonello Lilla, 52 anni, originario di Napoli, dirigente della direzione centrale sistemi informatici e tecnologici dell’Inps di Roma.(r.f.)


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