Napoli: l’ex boss ora pentito Giuseppe Misso ‘o nasone accusa in aula: ” Di Franco fu ucciso da Emanuele Sibilio”

Colpo di scena durante l’udienza relativa all’omicidio di Massimiliano Di Franco, ucciso il 26 febbraio 2014 a Porta San Gennaro.  L’ex boss pentito del rione Sanità, Giuseppe Misso, ” ‘o nasone” ha scagionato il presunto killer Alessandro Riccio affermando che ad eseguire l’omicidio fu Emanuele Sibilio, a sua volta ucciso  in una sparatoria in via Oronzio Costa il 2 luglio del 2015. “Collabora con la giustizia, smettila con questa vita”, ha detto Misso ieri dalla località protetta collegato in videoconferenza rivolegendosi al giovane Alessandro Riccio. E poi ha spiegato: “Ucciderlo è stata una vigliaccata…Li conosco tutti, gli zii e suo padre. Lui – dice parlando dell’imputato – non lo conosco personalmente. So che stava con i Sibillo-Giuliano. L’ho saputo chiedendo a un po’ di persone del posto ma non vi dirò chi sono perché, visti i tempi, sarebbe come condannarli a morte…Quando seppi che Di Franco era stato ucciso, presi informazioni e venni a sapere che i responsabili erano della paranza dei Sibillo, che sono legati ai Giuliano e ai Savarese. E scrissi una lettera al pm Woodcock pensando che fosse mio dovere riferire alla Procura quello che avevo saputo. Prima non c’era questa immondizia. Prima non c’era tutto questo. Hanno versato e fatto versare sangue inutile, sangue innocente. Stanno facendo quello che hanno fatto anche i miei nipoti. Pentitevi, abbandonate questa brutta strada. Io ragiono da malavitoso e dico che a Di Franco fu fatta la proposta di vendere droga a Porta San Gennaro per tastare il polso. Lui rifiutò e fu ucciso. Ma che pericolo rappresentava? Non dovevano farlo. Ammazzarlo è stata una vigliaccata”. Secondo gli investigatori Di Franco, ex del clan Misso, sarebbe stato giustiziato perché si era rifiutato di spacciare per i Sibillo. La vittima era stata scarcerata nel 2012, stava lavorando a Venezia in una ditta di impiantistica ed era tornato a Napoli il 20 gennaio 2015 soltanto perché la moglie stava per partorire. Anche la donna si era trasferita in Veneto con lui, a dimostrazione che probabilmente il pregiudicato voleva cambiare vita. Ma non ci riuscì perché fu ucciso vicono a un’edicola votiva a porta San Gennaro. L’udineza di ieri ha riservato però un altro colpo di scena: so- no stati ascoltati i due ragazzi che caricarono il corpo di Di Franco su un motorino per trasportarlo velocemente in ospedale. Quest’ultimi hanno affermato che sul luogo del delitto non era presente la moglie delle vittima che invece aveva raccontato agli inqurenti che il marito subito dopo essere stato colpito a morte le aveva detto che era stato Alessandro Riccio ad ucciderlo.

(nella foto il luogo dell’omicidio di Franco e nei riquadri a partire da sinistra la vittima Massimiliano Di Franco, il baby boss Emanuele Sibilio ucciso in una spratoria nel 2015 e il boss pentito Giuseppe Misso ‘o nasone)


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