Napoli, svolta per l’omicidio Cesarano: sarebbero stati i Lo Russo

C’è un filo rosso sangue che collega la morte del rapinatore seriale Pasquale Izzi ucciso in via Janfolla sotto la casa del boss Carlo Lo Russo e quella di Gennaro Cesarano, il 17enne ucciso la notte del sei settembre scorso in piazza San Vincenzo al rione Sanità. Il filo rosso sangue è quello che porta appunto a casa di Carlo Lo Russo dei “capitoni” di Miano dove la polizia aveva da tempo piazzato una cimice e grazie alla quale si è risaliti a mandanti, Carlo Lo Russo e la moglie Anna Serino, arrestati insieme al presunto killer Luigi Cutarelli e al fiancheggiatore Mariano Torre per l’omicidio di Pasquale Izzi avvenuto il 28 marzo scorso. Dalle intercettazioni al vaglio degli inquirenti sarebbe emerso che Gennaro Cesarano, conosciuto con il soprannome di Genny è stato ammazzato per errore ma i killer sono arrivati da lontano ovvero dalla zona di Miano. La “stesa”  di quella notte, forse per uccidere uno del gruppo Esposito, sarebbe  stata voluta dai Lo Russo. Fino a qualche giorno fa si è sempre pensato che a fare fuoco erano stati i Sibillo che volevano seminare il panico al centro della Sanità che era sotto il controllo di Sequino che erano “amici” dei Buonerba, nemici giurati del gruppo della “paranza dei bambini”. E invece la svolta alle indagini pare essere più che vicina perché gli investigatori hanno in mano gli elementi che portano ancora una volta in via Janfolla. A casa del boss che vuole emulare i capi dell’Isis. Ma che intanto proprio come la follia omicida dell’Isis ha lasciato sul selciato la notte del sei settembre un’altra vittima innocente.


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