Pentimento di Mario Lo Russo: tremano Miano, Secondigliano e il Vasto

Trema Miano. trema Secondigliano, trema il quartiere Vasto. Insomma tremano in molti per la decisione di Mario Lo Russo dei “capitoni” di cominciare la collaborazione con lo Stato. Il boss è detenuto al regime di 41 bis nel carcere di Opera a Torino dove sta scontando una pena a 14 anni di carcere, ricevuta ad ottobre scorso, per traffico di droga. Il pm Enrica Parascandolo della Dda di Napoli che si occupa delle indagini relative alla zona Nord di Napoli valuterà nei prossimi giorni l’efficacia delle sue dichiarzioni e deciderà quindi di conseguenza  se applicare il programma di protezione e revocargli il regime di carcere duro come primo passo. In boss prossimamente dovrà comparire in Tribunale in alcuni processi e quindi bisognerà stabilire prima di quella data il suo status di “pentito”. Nonostante sia in carcere dall’ottobre del 2014 Mario Lo Russo conosce molti segreti dei clan napoletani essendo tra l’altro anche imparentetato con la famiglia di Patrizio Bosti, il boss del Vasto erede di Eduardo Contini ‘o romano, e che era a suo volta cognato con quest’ultimo e con il boss di Giugliano Francesco Mallardo, avendo sposato tre sorelle. Mario Lo Russo quindi è in grado di fornire ai magistrati della Dda napoletana molòti segreti dei clan della camorra a Nord di Napoli, di svelare manadanti e killer di molti omicidi compiuti negli anni scorsi dal suo clan e dagli alleati ma anche di svelare tutti i traffici della famiglia a cominciare dal nipote Antonio, figlio dell’altro fratello pentito Salvatore e famoso per le sue frequentazioni nel Napoli calcio e per la sua foto a bordo campo mentre seguiva la partita degli azzurri vicino all’ingresso degli spogliatoi insieme con i fotografi. Intanto l’altro fratello Carlo ha ottenuto gli arresti domiciliari dopo l’aggressione ai poliziotti di alcuni giorni fa che erano andati a controllarlo in casa.

(nella foto da sinistra Mario e Carlo Lo Russo)

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