Scafati. Un gran boato udito a chilometri di distanza ha squarciato il silenzio della notte. Era l’una circa di ieri notte quando una bomba carta è stata fatta esplodere davanti all’abitazione di Aniello e Alessandro Pignataro, imprenditori nel settore dei trasporti e titolare della Parten Frigo con sede legale a Sant’Antonio Abate e sede operativa ad Angri. Un’azienda nata negli anni ’70 con Aniello Pignataro e che negli anni si è ingrandita fino a contare una vasta gamma di veicoli di piccola e media portata fino ai tir. L’ordigno rudimentale, però, non è stato fatto esplodere presso il deposito di circa 4000 metri quadrati situato in via Nazionale ad Angri, bensì è stato lanciato nel cortile dell’abitazione di via Tora, al civico 1 di Scafati ed ha provocato danni per poche migliaia di euro. Un avvertimento diretto e ‘personale’ ai responsabili dell’azienda scafatese, leader nel trasporto di merci deperibili che lavora in export-import con l’estero, in particolare Francia e Spagna, e per i principali mercati italiani. I camion frigo dell’azienda trasportano, in particolare, alimenti, carni, ortaggi, pesce in tutta la Penisola. L’ordigno fatto esplodere nella notte tra venerdì e sabato ha una chiara matrice intimidatoria anche se il proprietario dell’abitazione, sentito dai carabinieri della Tenenza di Scafati e del Reparto Territoriale guidati dal maggiore Enrico Calandro, ha negato di aver ricevuto richieste estorsive o minacce. Gli inquirenti non escludono nessuna pista anche se rimane forte il sospetto che il grave attentato, avvenuto quando i membri della famiglia erano in casa, sia nato nell’ambito dell’attività lavorativa dell’imprenditore. L’episodio, per le modalità utilizzate, pare un chiaro avvertimento camorristico. La circostanza che l’ordigno sia stato fatto esplodere a casa di Pignataro è il chiaro segnale che i banditi conoscono bene la vita privata dell’imprenditore e hanno voluto lanciargli un messaggio chiaro per eventuali ritorsioni future. L’attentato – ipotesi al vaglio degli inquirenti – potrebbe anche essere maturato nell’ambito dell’attività lavorativa dell’imprenditore per motivi di concorrenza: un invito a lasciare spazio libero nel mercato dei trasporti su gomma. Un avvertimento destabilizzante anche per le forze dell’ordine che cercano di capire da dove è partito l’ordine di intimidire il noto imprenditore scafatese. Subito dopo l’episodio sono stati interrogati i membri della famiglia e il titolare dell’azienda che non ha saputo fornire una spiegazione a quanto accaduto la notte scorsa. (ro.fe.)