Una confessione piena quella di Antonio Contaldo. Ha spiegato i meccanismi del gioco d’azzardo che aveva ideato, test per copiare le piattaforme già collaudate per il gioco del poker on line, ma ha anche aggiunto che quel progetto non era mai decollato. I test non avevano convinto, c’erano problemi. Ammette parte degli addebiti, contesta di aver fatto parte di un’organizzazione, per giunta criminale e chiede di poter essere scarcerato. Lungo interrogatorio quello di “Caccaviello”, assistito dall’avvocato Vincenzo Calabrese. Ammissioni parziali e giustificazioni anche da parte dei due figli del sedicente dentista paganese, Giuseppe e Vincenzo di 24 e 26 anni, assistiti dallo stesso avvocato. Fitta giornata di interrogatori di garanzia del Gip Pietro Indinnimeo, iniziata alle 11,30 nel carcere di Fuorni. Ad ammettere di aver lavorato per conto di Antonio Contaldo nella programmazione e nell’ideazione della piattaforma per i giochi on line, anche il web master nocerino, Carmine Stanzione – difeso dall’avvocato Antonio Sarno – che ha ribadito la stessa tesi difensiva di Contaldo. Quei siti non sono mai partiti. Sono stati ideati per copiare piattaforme per il gioco d’azzardo, ma erano stati solo testati. Stanzione ha negato di aver spartito proventi del gioco on line con Contaldo ed ha spiegato tecnicamente come ha funzionato il suo lavoro. Anche per Stanzione è stata presentata istanza per i domiciliari che dovrà essere valutata dal Gip Indinnimeo. È stato interrogato per rogatoria dal Gip Fiore del Tribunale di Avellino, anche Vincenzo Caputo, 48enne, paganese, accusato di aver fatto parte della gang di Contaldo con il ruolo di esattore dei proventi dei giochi illegali. Caputo, difeso dall’avvocato Matteo Feccia, ha fatto ammissioni parziali e ha sostenuto di conoscere bene Antonio Contaldo. Il 48enne ha sostenuto che oltre alle scommesse legali e autorizzate aveva nel suo esercizio commerciale anche delle piattaforme per il poker illegale. Ma Caputo ha negato di aver posseduto somme di danaro per conto di Contaldo o di aver trasferito all’estero del danaro su conti che non ha mai posseduto. Anche per Caputo è stata presentata istanza di scarcerazione. Nel carcere di Fuorni è stato interrogato anche Maurizio Marino, ’o maresciallo, 44enne di Campagna finito in carcere per associazione per delinquere, finalizzata al gioco d’azzardo. Gli altri indagati finiti in carcere, Luigi Tancredi di Potenza, 49 anni; Antonio Tancredi, potentino 50enne e Francesco Airò, 37 anni di Agrigento sono stati arrestati per rogatoria nei luoghi dove sono stati arrestati. Domani inizieranno gli interrogatori degli indagati finiti agli arresti domiciliari. (r.f.)