Una nuova ordinanza di custodia cautelare ha colpito in carcere i di Pianura e Soccavo, Diego Basso e Antonio Scognamiglio, ritenuti responsabili dell’omicidio di Francesco Esposito avvenuto  il 17 settembre del 2001. Lo ha deciso ieri la Corte di Cassazione che ha anche accolto la richiesta di non colpevolezza di Gaetano Lazzaro. Fu il killer pentito Luigi Pesce, reo confesso a raccontare l’omicidio alla Dda. Francesco Esposito, fu ucciso dai clan del Rione Traiano, venduto dai Marfella di Pianura per un’estorsione in territorio nemico. Un omicidio deciso nel pieno della faida tra i “Marfella-Pesce-Bernardo”  e i D’Ausilio che, all’epoca avrebbero provato ad estendersi in zona Soccavo-rione Traiano. Secondo la ricostruzione investigativa: la vittima fu convocata, pestata a sangue e imbavagliata tra le palazzine del rione Traiano; poi, ancora in vita, Esposito fu impacchettato in un bagagliaio di una Scenic e ucciso in un secondo momento. Il suo cadavere fu ritrovato a Fuorigrotta.