I Vastarella era già stati “avvertiti” dai Mallo del pericolo che correvano ma nonostante ciò non hanno preso le dovute precauzioni e ora contano i morti. Due notti prima della strage della Fontanelle c’era già stata una “stesa” in quella stessa zona. Due moto hanno fatto sentire prima il rombo dei motori e poi i colpi di pistola in aria come avvertimento. E la scena si è ripetuta la sera prima con le stesse modalità. Ma il vero obiettivo dei Mallo che devono vendicare la morte di Pierino Esposito e del figlio Giuseppe era e rimane Patrizio Vastarella che è ritenuto il vero reggente del clan. Ma lui da sorvegliato speciale la sera non esce o almeno cerca di farsi vedere poco in giro. L’indispensabile, insomma. Ma il commando di morte aveva il compito di colpire i Vastarella e anche se non c’era Patrizio l’azione eclatante, la vendetta, è stata portata a compimento lo stesso. Due morti e tre feriti sono un segnale fortissimo. Di Patrizio Vastarella come reggente del clan ne hanno parlato anche i pentiti come Gennaro Panzuto, Giuseppe Misso junior e Pasquale Gatto. E Panzuto ha messo a verbale proprio il primo aprile scorso una dichiarazione che dimostra il forte legame tra i Vastrella e i Licciardi della Masseria Cardone: “Ho avuto contatti con Patrizio Vastarella ma anche con il fratello che è morto. Sono della Sanità ed erano in buoni rapporti con mio zio Rosario nonché punti di riferimento nel quartiere del clan Licciardi, facendo loro capo ad Antonio Prota. Lo stesso Prota mi diceva che Pierino Licciardi, fratello di Gennaro, teneva molto a loro”. Ora nel quartiere nonostante la visita di Renzi e dei politici in campagna elettorale la gente continua ad avere paura anche con gli appelli della Chiesa. C’è troppa tensione.Chi ci vive sa cosa significa convivere col terrore. Lo stesso timore che hanno avuto e hanno i “barbuti” ovvero gli Spina alleati del boss ucciso Pierino Esposito che hanno lasciato in fretta e furia le loro abitazioni del rione. Si sono tutti spostati tra Miano, la don Guanella, ma anche a Marano e Mugnano dove possono contare sull’appoggio in primo luogo dei Mallo e poi dei Licciardi e dei Mallardo. Sono loro, i “barbuti” che hanno portato la battuta al commando di morte che ha ucciso Giuseppe Vastarella e il cognato. Dovevano vendicare la morte di “zio Pierino” e lo hanno fatto. Intanto è uscito dal carcere anche il figliastro del boss ucciso. Antonio Genidoni, 28 anni, è ora agli arresti domiciliari. Ma ha stabilito la sua residenza a Miano lontano dalle tensioni del quartiere.