Da Scarface a Ultimo gli idoli social dei “ribelli” di Miano: nessuna tregua con la Sanità

Da Scarface a Ultimo. le leggende reali e cinematografiche corrono sui social e diventano esempio per le nuove leve della camorra napoletana. E “Ultimo” posta sui social la sua foto con il corpo massiccio tatuato con il nome di Antonio Genidoni e quello di Ciro ‘o spagnuolo che fa da collare. Non hanno bisogno di presentazioni nel mondo della malavita napoletana ne in quello investigativo. Antonio Genidoni, fermato nella notte,  è il figliastro del boss Pierino Esposito ucciso alla sanità nel novembre scorso, e Ciro ‘o Spagnuò altri non è che Ciro Esposito, il figlio di Pierino ucciso sempre alla Sanità nel gennaio del 2015. Fu la prima vittima che segnò la faida in atto. E ancora un altro tatuaggio con la scritta Love composta da una pistola rovesciata al posto della L, una bomba a mano al posto della O,  un rasoio al posto della V e un un mitra stilizzato al posto della E. “Ultimo” per dimostrare la sua devozione ai “Barbudos” si è fatto tatuare sulla schiena la scritta “Ciro Esposito Genidoni nella vita e nella morte. Sempre insieme, ti amo O’ Spagnuò”. Ultimo è stato fermato qualche mese fa in compagnia di Vincenzo Danise, uno dei killer del gruppo Mallo arrestato la scorsa settimana insieme con il nuovo ras della Don Guanella. i due furono portati in questura e in quell’occasione Danise fu denunciato in stato di libertà perché aveva violato il foglio di via obbligatorio da Napoli. Non a caso i carabinieri del Vomero sono andati ad arrestarlo a Giugliano. Gli arresti dell’altra notte nei confronti di Antonio Genidoni e della sua famiglia indicati come i mandanti della Strage delle Fontanelle e del killer Emanuele Esposito non fanno cessare il clima di tensione esistente lungo l’asse Miano-rione Sanità. Nessuna tregua nonostante il macabro 2-2 di morti segni un pareggio. I ribelli, i “barbudos” sognano come nella rivoluzione cubana “Victoria o muerte!”. Niente tregua quindi. Del resto il gruppo Esposito-Genidoni-Mallo-Spina di morti al suo interno ne conta molti di più. L’attenzione degli investigatori è quindi rivolta agli “eredi di Mallo” che continuano a controllare e a spadroneggiare con spavalderia tra Miano e la Don Guanella.


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