Ecco la Nuova Vinella Grassi uscita vincitrice dalla faida di Scampia

La Vinella è padrona di tutta Secondigliano, gran parte di Scampia, Casavatore e San Pietro a Patierno. E’ la cosca uscita vincitrice dalla faida Abete-Abbinante-Notturno-Aprea. Le famiglie avversarie hanno dovuto cedere oltre al territorio anche affiliati che, vista la sconfitta, sono trasmigrati nella cosca vincente ora denominata Nuova Vinella-Grassi. Gli inquirenti tracciano un quadro dettagliato dell’evoluzione del clan. Una mappa criminale mutata dal 2011 in poi che ha visto i Di Lauro cedere parte del loro territorio alla potente cosca dei ‘girati’. Un clan di ‘prima grandezza’ lo definiscono magistrati e inquirenti che, attraverso la faida del 2012 ed il rovesciamento di alcune storiche alleanze, ha saputo acquisire il controllo dei quartieri napoletani ed il dominio della quasi totalità delle piazze di spaccio. La Vinella-Grassi ha anche inglobato le storiche famiglie criminali dei Leonardi e dei Marino. Tanto potente da ‘accogliere’ nelle proprie fila gli ex affiliati degli scissionisti. La storia della camorra napoletana oltre ad essere stata scritta dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, è stata scandita dagli arresti delle forze dell’ordine. Arresti che hanno mutato, di volta in volta, l’assetto dei vertici della cosca, ma non l’hanno mai stroncata del tutto.

E quando il clan sembrava sulla via del tramonto per defezioni e arresti è nata la Nuova Vinella-Grassi ancora più spietata e potente con il predominio su due quartieri storici dello spaccio Scampia e Secondigliano a partire dall’aprile 2011. Un gruppo capace di ‘rigenerarsi’ scrivono gli inquirenti, svolgendo prima un ruolo subalterno ai Di Lauro e agli Amato-Pagano, poi il predominio assoluto con altre frange e gruppi operanti sul territorio.

Il 2011 è l’anno dell’indipendenza della Nuova Vinella-Grassi, la cosca si rende indipendente dagli Amato-Pagano e si allea con gli Abete-Abbinante-Notturno-Aprea, Marino e Leonardi le cosiddette cinque famiglie di Secondigliano. Ma il 4 luglio del 2012 parte la faida da un lato i Vinella-Grassi con i Marino e i Leonardi, dall’altro Abete-Abbinante-Notturno-Aprea.

Nasce così la Nuova Vinella Grassi che ha portato all’estromissioni degli Amato Pagano dai quartieri di Scampia e di Secondigliano. La Vinella Grassi, infatti, dopo una prima fase di adesione al programma criminale di Arcangelo Abete, ha eroso gradualmente il consenso intorno a lui ed alla sua famiglia (formata anche dai Notturno e dagli alleati di sempre, gli Abbinante), per raccogliere sotto la propria egida gli scontenti e tutti coloro che ritenevano di non potere più sottostare al controllo degli Abete Abbinante Notturno.

Gli inquirenti registrano in quella fase l’alleanza della Nuova Vinella Grassi con Mariano Riccio e l’assimilazione dei clan Leonardi e Marino (novembre-dicembre del 2011). Lo scontro con gli Amato Pagano si ricompone prima ‘sottobanco alla fine del 2011 e poi ‘ufficialmente a metà del 2012. E’ questo il periodo in cui la Vinella inizia la faida con il tentato omicidio di Giovanni Esposito (4 luglio 2012) contro gli Abete Abbinante Notturno.

Gli inquirenti delineano anche i nomi dei capi che si sono alternati in questi cinque anni. Sino all’aprile del 2011, anno in cui finisce in carcee, il capo era stato Salvatore Petriccione, con altri suoi parenti tra cui i nipoti Antonio Accurso (poi pentitosi) e Rosario Guarino. Altro vertice dell’organizzazione era Antonio Mennetta, detenuto fino al dicembre del 2012. Fino al 2011 la cosca aveva operato in una zona molto circoscritta tra i vicoletti del quartiere Secondigliano compreso tra via Dante – via Vanelli Grassi – Vico Lungo Ponte – Corso Italia.

Durante la faida del 2012 la Vanelli Grassi è guidata dal cosiddetto triumvirato composto da Antonio Mennetta, Fabio Magnetti e Rosario Guarino.

I tre finiscono in manette nel corso del biennio 2012-2014. Il primo a finire dietro le sbarre è Rosario Guarino (12 novembre 2012), poi è la volta di Antonio Leonardi (27.12.2012) e di Antonio Mennetta (3.01.2013). Sul fronte opposto finiscono i manette tutti i capi degli Abete Abbinante, escluso Giovanni Esposito arrestato a gennaio 2015. L’attività della magistratura e dello Stato conduce la faida verso una tregua forzata. Ma a fare da pacieri arrivano anche i Licciardi della Masseria Cardone.

Decapitato il triumvirato che l’aveva guidata nella faida, la Vinella si è affidata ad Antonio Accurso – nei primi mesi del 2013 agli arresti domiciliari a Scauri – ed al fratello Umberto, sua longa manus sul territorio.

Il periodo del ‘governo’ congiunto dei fratelli Accurso, Antonio e Umberto, è durato tuttavia solo fino all’arresto di Antonio nel maggio del 2014.

In quell’anno inizia la latitanza di Umberto, che lascia il posto ai vertici della cosca dei cugini Antonio Coppola e Gaetano Angrisano, secondo la regola vinelliana per cui le posizioni apicali sono legate ai rapporti di parentela o di affinità con la famiglia Petriccione, da cui discende la Vinella Grassi. Ai due si affiancano il ‘responsabile’ economico del clan, Giuseppe Corcione ed un altro giovane promettente, che peraltro risulta legato ad una cugina della moglie di Umberto Accurso, Roberto Ciuoffi.

Ma quando – nel dicembre del 2014 – anche costoro vengano assicurati alla giustizia la Vinella si riorganizza nuovamente con un veloce ricambio di reggenti e di comprimari.

Il risultato principale è un inevitabile abbassamento dell’età dei capi e dei quadri intermedi, nonché degli affiliati, con una contestuale riduzione dei tempi di affiliazione per raggiungere le posizioni apicali della cosca, posizioni comunque caratterizzate da una marcata matrice familiare. A svelare i segreti su quest’ultima fase del clan e del suo assetto sono stati i collaboratori di giustizia Mario Pacciarelli, ma soprattutto l’ex reggente Antonio Accurso. 

(nella foto Umberto Accurso e Antonio Mennetta)

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