Ercolano. L’amore per le figlie e quello per un marittimo conosciuto al lido La Scala di Torre del Greco: Antonella Madonna la donna boss pentita si racconta a Sky Crime Investigation. A capo della cosca degli Ascione-Papale dopo l’arresto dell’allora marito, Natale Dantese rivela che si è sentita ‘libera’ solo quando è stata arrestata. Amore & camorra, i retroscena di una vita vissuta nella faida tra i Birra-Iacomino e gli Ascione-Papale, Antonella Madonna in oltre un’ora racconta il suo amore ‘criminale’ con Dantese, iniziato quando i due erano poco più che adolescenti e cresciuta a suon di colpi di pistola. Il matrimonio e poi l’arresto prima del marito poi dell’ex suocero la portano a capo del clan torrese, ma l’amore per un marittimo le cambia la vita.
Lui si chiama Raffaele Attanasio, uomo di mare, conosciuto al Lido La Scala di torre del Greco, durante un’estate. I due si frequentano, ma entrambi sanno che rischiano la vita. Gli uomini di Dantese scoprono la relazione e i due amanti vengono scoperti in un albergo di Terzigno. La ritorsione e il pestaggio di Antonella Madonna e del suo uomo, però, apre uno scenario diverso per la cosca di Natale Dantese. Attanasio, temendo per la sua vita, svela agli inuirenti i luoghi degli incontri e la relazione con la donna boss. La relazione amorosa tra i due apre un nuovo squarcio nelle fila del clan Ascione-Papale, con il blitz denominato Cupido, ordinato dalla Dda di Napoli, su richiesta del pm antimafia Pierpaolo Filippelli. Lo stesso magistrato, oggi procuratore aggiunto alla Procura di Torre Annunziata, con uno dei suoi uomini più fidati, il maresciallo dei carabinieri Angelo Di Santo, sono stati intervistati nella trasmissione Crime Investigation. Cupido porta in carcere Antonella Madonna che 180 giorni dopo decise di iniziare la collaborazione con lo Stato: “Mi hanno minacciata tante volte e io minacciavo loro – ha detto la collaboratrice ricordando la sua relazione con Attanasio -. Avevo detto di aver scritto una lettera, ma non era vero nulla. Quando mi hanno arrestata mi sentivo libera. Avevo perso tutto, ma ero libera”. Per il pestaggio alla donna boss e al suo uomo, in primo grado, sono stati condannati Salvatore e Giuseppe Suarino, Mario Oliviero, Ciro Esposito e Giuseppe Dantese, fratello del bos . “Le mie figlie sono state le base principale della mia collaborazione. Sapevo che andavo verso una condanna pesante e non potevo lasciarle sole”, ha detto la donna in tv.Â