Omicidi Veneruso e Porro: i boss Aprea e Cuccaro “evitano” l’ergastolo

Hanno “scampato” l’ergastolo grazie alla confessione che avevano fatto in aula degli omicidi commessi. Ieri la Corte di Assise d’Appello di Napoli ha condannato Andrea Andolfi, Ciro e Pasquale Aprea e Luigi Cuccaro, a venti anni di carcere mentre Antonio Acanfora è stato condannato a 30 anni. Riduzione di pena per quelli che sono considerati i mandanti ed esecutori materiali di un duplice omicidio: Ciro Veneruso, assassinato 26 luglio 1996, e Ciro Porro, il 19 agosto 1996. Quest’ultimo era un istruttore di karate  e non aveva alcun legame con la camorra, ma fu ucciso in un agguato organizzato dal clan Aprea per fare un favore agli Alberto.L’uomo avrebbe pronunciato una frase offensiva durante i funerali di Michele Alberto: parole per le quali il ras Giacomo, volle vendicare l’onore della famiglia di Barra.A uccidere lo sportivo, secondo la ricostruzione del pentito Massimo Alberto, sarebbero stati Pasquale Aprea e Gaetano Cervone. Lo stesso pentito ha invece spiegato che l’omicidio di Veneruso fu fatto dagli Alberto: “..Cervone tenne a ringraziare mio fratello Giacomo per l’uccisione di Ciro Veneruso, il quale parlava male degli Aprea. Mio fratello Giacomo ci tenne a puntualizzare che quell’omicidio non era un favore fatto a loro, ma una soddisfazione che si era voluto togliere personalmente, per punire il Veneruso di quello sfrontato atteggiamento avutoqualche mese prima nel corso dellariunione “abbascia a’ villa”. Era anche un modo da parte di mio fratello Giacomo per rappresentare agli Aprea che lui li affronti li faceva pagare”.

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