Omicidio Vaccaro: la Cassazione conferma l’ergastolo per il boss Adinolfi

La Cassazione  ha confermato la condanna all’ergastolo per il boss di san Marzano, Umberto Adinolfi ‘a scamarda quale mandante dell’omicidio dell’imprenditore Salvatore Vaccaro operante tra Angri e Scafati. L’omicidio avvenuto nel 2004, in via Nazionale ad Angri. Vaccaro fu inseguito e poi ucciso al confine con Sant’Egidio del Monte Albino. La sua auto fu affiancata da una moto in sella alla quel si trovavano Luigi Iannaco, zì maisto, già condannato (reo confesso) in precedenza, e il presunto killer Giuseppe Bombardino, assolto in precedente  per assenza di prove. La vicenda fu ricostruita dal pentito Pietro Selvino. Il boss Umberto Adinolfi avrebbe dato l’ordine di procedere con l’omicidio, preannunciato anche da un biglietto di minacce di Vaccaro. Biglietto consegnato all’imprenditore da Vincenzo Nappo, detto ‘o nonno di Scafati. Movente del delitto sarebbe stata una tangente di 50 milioni di vecchie lire, non pagata dall’imprenditore angrese, per un albergo in via di costruzione. L’Hotel Villa Luisa. Vaccaro non aveva ceduto, decidendo invece di denunciare gli autori della minaccia. Ma prima di recarsi in questura, aveva pagato una prima tranche della tangente, pari a circa 30 milioni. Poi intervenne la polizia. Il boss di San Marzano sul Sarno non glielo perdonò e una volta uscito dal carcere, decise – stando alla ricostruzione degli inquirenti – di organizzare la vendetta. 

(nella foto il boss Umberto Adinolfi)

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