Riciclavano i soldi del clan Zagaria: indagati sei tra funzionari e dipendenti di banche del casertano

Sei tra funzionari e impiegati di vari istituti di credito operanti nel Casertano indagati perché – secondo gli investigatori – avrebbero riciclato centinaia di migliaia di euro provenienti dalle attività illecite della cosca guidata dal boss Michele Zagaria: è il risvolto più rilevante dell’inchiesta della Dda di Napoli sull’ala più imprenditoriale del clan dei Casalesi, l’ultimo anello di una catena di indagini che negli ultimi mesi ha portato in carcere politici e amministratori, tutti al servizio, secondo gli inquirenti, di Michele Zagaria e dei suoi fedelissimi. L’indagine effettuata dai carabinieri del Ros, denominata Zenit, ha chiuso il cerchio indagando sui canali di riciclaggio usati dal clan di Zagaria, e scoprendo come gli addetti di alcune filiali di vari istituti bancari di comuni del Casertano fossero pronti ad aprire conti-correnti e linee di credito a persone riconducibili al clan, pur sapendo con chi stavano facendo affari; le società bancarie non risultano invece essere coinvolte. I sei funzionari e impiegati indagati sono stati raggiunti questa mattina, con altre 10 persone, dall’avviso di conclusione indagine per reati di concorso esterno in associazione mafiosa, riciclaggio e intestazione fittizia di beni con l’aggravante mafiosa. Le ordinanze in carcere sono state invece emesse per i luogotenenti di Zagaria, quasi tutti già detenuti. Tra gli affari controllati, la gestione in vari comuni del Casertano di centri scommesse e internet point, nonché dell’installazione in bar e locali delle slot machine, spesso modificate e prive di qualsiasi nulla osta e autorizzazione. I carabinieri guidati dal tenente colonnello Gianluca Piasentin hanno poi sequestrato beni mobili e immobili riconducibili agli indagati per 4 milioni di euro.


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