Ecco tutti i retroscena dell’omicidio Matuozzo nelle dichiarazioni del pentito Pacciarelli

È un fiume in piena il pentito Mario Pacciarelli, personaggio molto vicino al clan della “Vanella Grassi” e ai fratelli Accurso. Le sue dichiarazioni hanno accompagnato in carcere il boss Umberto Accurso arrestato la scorsa settimana. Il collaboratore di giustizia ha raccontato ai pm della Dda di Napoli una serie di retroscena su alcuni fatti di sangue rimasti inediti fino a poco tempo fa e soprattutto il clima che si respirava all’epoca delle terza faida di Scampia. Ma soprattutto ha spiegato nei dettagli come fu ucciso l’amico fraterno del boss Umberto Accurso, quel Carlo Matuozzo, il cui corpo non è mai stato ritrovato e che era stato in vacanza con le rispettive famiglie insieme con il capo della Vinella per 15 giorni in Spagna. Carlo Matuozzo fu ucciso perché trafficava in droga in proprio e non aveva ubbidito all’ordine dei fratelli Accurso di smetterla, anche perché stava danneggiando i Licciardi con i quali i ras della “Vinella” avevano appena stretto un accordo. Ma per mascherare il vero motivo dell’omicidio, i boss Antonio e Umberto misero in giro la voce che il 28enne fosse un confidente della polizia. Non era vero, però la falsa notizia confuse le idee negli ambienti di malavita di Secondigliano. In particolare a Miano, dove la vittima gestiva l’attvità con l’aiuto di fedelissimi che poi lo tradirono. “Ci trattava come schiavi”, dissero dopo la sua morte.. Carlo Matuozzo fu ucciso in un appartamento nella disponibilità dei Leonardi, dopo essere stato prelevato da Umberto Accurso  con la scusa di incontrare un grande narcotrafficante. Appena entrò, il 28enne fu preso alle spalle ed ebbe appena il tempo di gridare: “Umberto, lo sanno tutti che sto con te”. La sua sorte era però segnata e anche se la pistola si inceppò, fu ammazzato a coltellate. Il cadavere fu bruciato in una discarica da Ciro Milone ed Emanuele Di Gennaro (poi assassinati dalla stessa “Vinella” perché sapevano troppo) e gettato tra i rifiuti, tanto che non è mai stato trovato.Ecco alcuni passaggi sul retroscena dell’omicidio, nell’interrogatorio reso da Mario Pacciarlli: “Carlo Matuozzo suggerì di vendere droga al minuto dietro casa sua, non a piazza; questa cosa fu approvata da Umberto Accurso, che era il vero capo in quel momento; i Leonardi ed i Marino poterono solo approvare. Per uno o due mesi si vendette droga alla spicciolata dietro “Mianella”. La cosa venne all’orecchio dei Licciardi, che mandarono a chiamare Umberto e gli dissero che non si doveva vendere droga in quella zona. Accurso disse a Carlo Matuozzo di fermarsi un pò, ma costui era contrariato perché doveva mantenere i suoi ragazzi. Umberto non si applicava più di tanto, sino a che non uscì Antonio Accurso, il fratello, che volle vedere i conti portati da Matuozzo e disse che questa cosa della vendita alla spicciolata non gli stava bene, perché sottraeva clienti alla piazza di spaccio della “Vinella” e chiese ai Matuozzo di chiudere anche per rispetto alla Massseria Cardone Carlo rispose: “come faccio a chiudere, ho un tot a terra”, intendendo che aveva un certo quantitativo di droga da smerciare. Gli fu consentito di smerciare quello che aveva e poi doveva chiudere. Ma Matuozzo prese tempo, avendo sempre roba, e costituì una vera e propria piazza di spaccio. C’è da dire che Antonio e Umberto Accurso ven- nero a sapere questo fatto da presunti fedelissimi di Carlo Matuozzo, che rivelarono loro la creazione della piazza di spaccio nonostante le indicazioni contrarie. In particolare furono “Geremia” e Ciro Castiello detto “Barbetella”, che rivelarono agli Accurso che Matuozzo faceva an- che fuori sacco, ossia traffici che non comunicava alla “Vinella. Gli Accurso la presero male…Io parlai con Fabio Di Natale e Ciro Castiello e quest’ultimo disse: ora sto proprio bene, sto con Umberto Accurso e finalmente quel cornuto è morto. Quindi io suppongo che Antonio Accurso e Umberto Accurso siano i mandanti del duplice omicidio di Carlo Matuozzo e di Antonio Matuozzo. E che quest’ultimo sia stato ucciso da Fabio Di Natale e Ciro Castiello “.

(nella foto il luogo dove fu ritrovato il cadavere di Antonio Matuozzo, e nei riquadri da sinistra il boss Umberto Accurso e Carlo Matuozzo)


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