Casalnuovo. Gli attentatori di via Pigna nel parco Iacp a Licignano volevano uccidere un rivale: è questa la pista che stanno seguendo gli inquirenti dopo l’agguato fallito di ieri pomeriggio. Il commando, formato da almeno otto persone, ha puntato un gruppo di persone ferme dinanzi ad uno dei palazzi della zona popolare. Una raffica di colpi che ha creato il panico. Erano le 13,30 nel quartiere a quell’ora c’era poca gente e poco distante una scuola dalla quale sarebbero usciti dei bambini. I colpi hanno centrato una finestra di un appartamento al primo piano dello stabile, il citofono, il portone d’ingresso e la pensilina. Sull’asfalto non è rimasta nessuna ogiva. I carabinieri hanno identificato le persone che erano radunate sotto al palazzo e visionato le telecamere di videosorveglianza della zona. L’episodio potrebbe essere inquadrato nell’ambito di contrasti per la gestione delle piazze di spaccio. Il numero dei partecipanti all’agguato potrebbe essere un chiare segnale di forza di un gruppo che ambisce a prendere il sopravvento. Tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti anche quella che il tentato omicidio possa essere una risposta all’agguato fatto ai danni di Giuseppe Ilardi, il pusher ucciso il 10 dicembre scorso. A quell’episodio sono seguiti numerose sparatorie per le quali sono stati arrestati a febbraio scorso Onofrio Mosti e Giovanni Romano Gallucci, zio e nipote. Non è escluso che tra gli obiettivi mancati di ieri pomeriggio vi fossero anche alcuni componenti della famiglia Gallucci che si contrappone al clan Veneruso. Tra l’altro l’agguato è avvenuto nei pressi dell’abitazione di Maria Mosti, moglie del capoclan Vittorio Gallucci deceduto nel 2003, la donna sembra aver assunto un ruolo di primo piano nel gruppo criminale.