Corruzione elettorale a Napoli: perquisite le abitazioni di due candidate del Pd

Napoli. Voti in cambio di promesse di inserimento nel programma lavorativo Garanzia Giovani: perquisite le abitazione e le sedi dei comitati elettorali di due esponenti del Pd.

Indagate dalla Procura di Napoli Anna Ulleto, detta Lea, che ha ottenuto 2263 voti per il consiglio comunale, e Rosaria Giugliano, candidata alla seconda municipalità (in cui rientrano i quartieri Avvocata, Montecalvario, Mercato, Pendino, Porto, San Giuseppe), dove aveva ottenuto 297 voti. L’inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto di Napoli Alfonso D’Avino, della sezione reati contro la Pubblica amministrazione, e condotta dal pm Francesco Raffaele. L’ipotesi investigativa è che le candidate possano aver acquisito voti in cambio di promesse di inserimento nel programma lavorativo Garanzia Giovani, finanziato dalla Regione. Il decreto di perquisizione emesso dalla Procura di Napoli è stato eseguito dai carabinieri nelle abitazioni e nelle sedi dei comitati elettorali: l’ipotesi di reato è corruzione elettorale. “Se saranno riscontrati i fatti su Napoli riportati dalle agenzie di stampa, il Pd sarebbe parte lesa rispetto a certi comportamenti. Auspico che la magistratura faccia il più presto possibile chiarezza su una vicenda che, se provata, va condannata e punita senza se e senza ma” ha detto Debora Serracchiani, vice segretario del Pd.

“Non c’è stata alcuna perquisizione nella sede del Pd provinciale di Napoli” ha detto detto Venanzio Carpentieri subito dopo che erano state diffuse le prime notizie sulle perquisizioni. Il segretario provinciale del Pd metropolitano di Napoli ha aggiunto: “I nostri dipendenti sono stati presenti in sede da stamattina fino alle 20 di stasera – spiega – e non è c’è stata alcuna perquisizione. Ovviamente, da parte nostra c’è la massima disponibilità a collaborare con gli inquirenti nell’accertamento di eventuali illeciti”.

L’inchiesta getta ulteriore benzina sul fuoco delle polemiche e delle tensioni, che già stamane erano state accese dalla pubblicazione di un video del sito Fanpage.it. Il video, realizzato da alcuni giornalisti con telecamere nascoste nei pressi dei seggi in diverse zone di Napoli, mostra persone che entrano ed escono da un Caf con la scheda elettorale in mano, presunti passaggi di banconote e materiale elettorale a poca distanza dai seggi, liste di nomi in mano a persone che attendono gli elettori. Già dopo le primarie del centrosinistra un video di Fanpage aveva scatenato enormi polemiche, mostrando la distribuzione dell’euro per votare. E le tensioni ripartono in vista del ballottaggio tra de Magistris e Lettieri. “Sono immagini inaccettabili, è una vergogna, uno squallore per il mandante e per gli esecutori, ma il 19 vinceremo anche contro la teppaglia e chi utilizza in politica metodi camorristici”, dice infatti il sindaco uscente commentando il video. De Magistris si appella anche al prefetto a cui chiede “garanzie affinché il voto sia pulito” e poi si rivolge direttamente a chi tenta di ‘comprare’ i voti: “Fujtevenne  – dice – perchè dal 19 giugno Napoli sarà liberata anche da chi pensa di poter comprare i napoletani”, ironizzando poi sul video post primarie: “Fare questo porta male, basta pensare all’euro di Tonino Borriello, che non è stato rieletto”. Ma anche il suo avversario, Gianni Lettieri, va all’attacco, ricordando che “sto chiedendo da mesi al prefetto di aumentare la vigilanza all’esterno dei seggi” e parlando di “flusso anomalo del voto in periferia”. Lettieri sente al telefono il prefetto e il ministro Alfano per sollecitare massima attenzione in vista del ballottaggio. “Sono seggi precisi quelli dove è stato girato il video – conclude – e in oltre il 50 per cento di quei seggi de Magistris ha vinto”. I Verdi, schierati con de Magistris, confermano invece pressioni sul voto all’esterno di un seggio della zona di Santa Lucia.


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