Il clan Lo Russo aveva messo le mani sugli appalti del Santobono e dell”Eav: 12 arresti. TUTTI I NOMI

 Sono 12 le misure di custodia cautelare in carcere ed agli arresti domiciliari eseguiti dalla Polizia di Stato di Napoli a carico di esponenti apicali del clan camorristico Lo Russo, detto dei Capitoni, attivo nell’area Nord di Napoli, amministratori e consulenti della societa’ Kuadra S.p.A., con sedi a Napoli, Roma e Genova, specializzata nel settore delle pulizie, con numerosi clienti pubblici e privati sparsi su tutto il territorio nazionale, e funzionari pubblici dipendenti dell’Azienda ospedaliera di rilievo nazionale Santobono-Pausilipon. Esplorato dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e dalla Squadra Mobile, con il contributo del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma, l’importante connubio camorra/imprenditoria che ha consentito ad entrambe le parti (imprenditori e criminali organizzati) di ottenere vantaggi reciproci. Esplorati anche episodi di corruzione e turbata liberta’ degli incanti di funzionari pubblici dipendenti dell’Azienda Ospedaliera di rilievo nazionale Santobono-Pausilipon i quali, compiendo atti contrari ai propri doveri d’ufficio, favorivano la Societa’ Kuadra nelle operazioni relative al bando di gara per la fornitura dei servizi di pulizia. Verificato anche il particolare interesse del clan camorristico Lo Russo agli appalti ed agli ingenti interessi economici che ruotano all’interno delle principali strutture sanitarie ed ospedaliere della citta’ di Napoli con conseguente pericolosa infiltrazione della criminalita’ organizzata nella pubblica amministrazione. Disposto il sequestro preventivo del complesso aziendale, delle quote e del patrimonio della societa’ Kuadra. Dei dodici arresti: sette in cella, cinque agli arresti domiciliari.
A finire in cella sono Giulio de Angioletti, Antonio Festa, Riccardo Iama (imprenditore della società Kuadra, accusato di concorso esterno), Giuseppe, Mario e Vincenzo Lo Russo, Luigi Solitario.
Cinque ai domiciliari per ipotesi di corruzione, (esclusione per tutti aggravante articolo sette): Giuseppe Ariello, Pasquale Laudano, Luigi solitario (consulenti della kuadra), Salvatore Quagliariello (direttore tecnico del Santobono), Gaetano Russo (funzionario amministrativo del Santobono).
La società Kuadra S.p.A., con sedi a Napoli, Roma e Genova, è specializzata nel settore delle pulizie, con numerosi clienti pubblici e privati sparsi su tutto il territorio nazionale. Scoperto dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e dalla Squadra Mobile, con il contributo del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma, l’intreccio camorra/imprenditoria che ha consentito ad entrambe le parti (imprenditori e criminali organizzati) di ottenere vantaggi reciproci si legge nella nota. Giulio De Angioletti, Antonio Festa, Giuseppe Lo Russo, Mario Lo Russo, Vincenzo Lo Russo e Francesco Orru, sono persone ritenute appartenenti o vicine al clan Lo Russo e accusate, tra l’altro di associazione camorristica. L’imprenditore Riccardo Lama per il quale il gip ha escluso l’accusa originaria di concorso esterno e l’aggravante della finalità mafiosa in relazione a due episodi di corruzione. Arresti domiciliari per corruzione sono stati disposti nei confronti di Giuseppe Ariello, Pasquale Laudano, Luigi Solitario, consulenti della società Kuadra spa, il direttore tecnico dell’Azienda ospedaliera Santobono, Salvatore Quagliariello, Gaetano Russo, funzionario amministrativo dell’azienda ospedaliera. Secondo quanto riferito in una nota dal procuratore aggiunto della Repubblica, Filippo Beatrice, i Lo Russo, tramite esponenti apicali dell’organizzazione, controllavano di fatto la società Kuadra, che risultava co-gestita dai membri dell’ organizzazione e dagli imprenditori, amministratori della società. “Tale connubio – è scritto – consentiva alla società Kuadra spa, anche grazie alla forza di intimidazione del clan, di condizionare il mercato del lavoro e la gestione dei lavoratori, molti dei quali familiari del clan Lo Russo o persone da questi imposte. Diversi familiari dei Lo Russo, assunti dalla società, non prestavano alcuna attività lavorativa, percependo regolarmente gli stipendi con conseguente versamento nelle casse del clan camorristico di ingenti somme di denaro. Al riguardo, come anche confermato dai collaboratori di giustizia, gli importi versati al clan dalla società e dai suoi amministratori ammonterebbero a circa 40 mila euro al mese”. Secondo Beatrice, ”grazie alla consapevole combinazione di interesse con i camorristi, i vertici imprenditoriali della società erano in grado di controllare le attività economico imprenditoriali nel capoluogo campano nello specifico settore dei servizi di pulizie e di acquisire appalti nelle pubbliche amministrazioni, in particolare in Aziende ospedaliere di rilievo nazionale, potendo contare anche su funzionari corrotti in grado di sponsorizzare o favorire l’affidamento dell’appalto’

 

 


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