Il clan Lo Russo faceva pagare il pane 30 centesimi in più al chilo per finanziarsi

 Un euro e trenta centesimi al chilo invece di un euro. Oltre a imporre ad esercizi commerciali della piccola e grande distribuzione la vendita del pane prodotto dalle loro aziende, gli uomini del clan Lo Russo fissavano anche il prezzo della vendita al dettaglio. La differenza di trenta centesimi entrava nelle casse del “sistema”. E’ quanto emerso dall’inchiesta sul clan Lo Russo che ha portato oggi all’esecuzione di 24 ordinanze di custodia cautelare. Le accuse contestate vanno dall’associazione mafiosa, al traffico di stupefacenti, estorsioni e detenzione di arma da fuoco. Le misure cautelari sono state eseguite dalla squadra mobile, dai carabinieri della compagnia Vomero e dai finanzieri del Gico di NAPOLI coordinati dai pm Henry John Woodcock, Enrica Parascandolo e dal procuratore aggiunto Filippo Beatrice. L’inchiesta è basata sia sulle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, sia su intercettazioni telefoniche ed ambientali. Nel corso della conferenza stampa il procuratore Giovanni Colangelo ha sottolineato come alcuni imprenditori si siano piegati alle richieste della camorra mentre altri si sono rifiutati e altri ancora hanno denunciato alle forze di polizia. Il procuratore ha evidenziato anche il ruolo importante rivestito dalle donne all’interno dell’organizzazione. Le indagini, coordinate dalla Dda di NAPOLI, hanno consentito di far luce sulle recenti dinamiche criminali che hanno interessato le zone di Miano e Don Guanella con particolare riferimento al capo clan Carlo Lo Russo, recentemente arrestato in quanto ritenuto responsabile dell’omicidio di Pasquale Izzi, avvenuto lo scorso marzo. Nel corso di indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di NAPOLI è stata documentata l’operatività e tracciate la struttura e le attività illecite del gruppo, individuati i vertici e i gestori, promotori e affiliati delle principali piazze di spaccio. Emersa la responsabilità del tentato omicidio di uno degli appartenenti a un gruppo avversario e identificati i soggetti dediti alle estorsioni a imprenditori edili nonché i gestori, promotori e affiliati delle principali piazze di spaccio dell’area Nord.


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