Il pentito Mario Lo Russo spiega come vengono gestite le piazze di spaccio dalla Sanità a Secondigliano. I nuovi verbali

C’è un nuovo verbale del boss pentito Mario Lo Russo dei “capitoni” di Miano che come racconta Il Mattino in edicola stamattina è ritenuto esplosivo dalla Dda di Napoli che lo sta seguendo nel suo percorso di collaboratore di giustizia. Nelle pagine , alcune delle quali coperte dagli omissis si traccia la geografia delle nuove piazze dello spaccio dl rione Sanità fino a Secondigliano, con i prezzi, i gestori, le mesate pagate. Insomma un nuovo vademecum del traffico di droga di quella lingua di terra di che cuce nord e sud della città di Napoli. “Chi controlla quel corridoio-spiega Lo Russo alla Dda- ha gli incassi maggiori dalle piazze di droga, non c’è spazio per livelli di autonomia, tutti devono essere inquadrati in un sistema più ampio. Miano versava 15mila euro al mese ed era una piazza gestita da Salvatore Silvestri, Luciano Pompeo, Valerio Nappello. Oltre a Miano si devono considerare altre piazze quelle del Don Guanella, Piscinola, Marianella, Chiaiano. Quella di Chiaiano era gestita direttamente da Giulio De Angioletti e da Ciro Ferrara, il cui figlio credo essere un collaboratore di giustizia. Il Don Guanella versava dagli otto ai 12mila euro al mese, ed era gestita da Gigiotto e Lellé, mentre quella di Piscinola e Marianella erano gestite da Gennaro Palumbo e Ciro Culiersi, alias birritella: parte degli incassi finiscono nelle casse del clan gestite da Antonio Lo Russo”. Questo è quanto accadeva nel territorio dei Lo Russo, fino alla guerra con gli emergenti del boss “idealista” Walter Mallo. Nel centro città invece spiega Lo Russo: “… Abbiamo rifornito Ciro Mauro dei Miracoli di 4-5 chili di droga. A Ciro Mauro ho anche dato due pistole. L’ho incontrai un paio di volte, dopo essere stato scarcerato, avevamo una vecchia amicizia maturata in cella. Fui ospite suo alla Sanità, bevemmo champagne e parlammo della situazione alla Sanità. Mi disse che si voleva rafforzare facendo guerra ai Savarese, voleva essere rifornito da noi di armi e droga, gli demmo una mano in questo senso”.

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