La droga per la movida salernitana arrivava da Torre Annunziata. Il linguaggio in codice della banda di Avallone

La droga per la movida salernitana arrivava da Torre Annunziata. Il fornitore ufficiale del ristoratore Luca Avallone, colpito ieri da un’ordinanza di custodia cautelare insieme con altre nove persone, era Nunzio Bottiglieri, narcos legato ai clan oplontini. il sodalizio criminale scoperto ieri dalla Guardia di Finanza usava tutte le cautele per evitare i controlli: riforimenti piccoli (10 dosi per volta) e poi al telefono si parla di “caffè, macchinette e o cene” tutti vocaboli riconducibile all’attività di ristoratore del capo dell’organizzazione Luca Avallone (gestisce il ristorante la Lampara nel centro storico, suo padre era il celebre e compianto ristoratore della tradizione salernitana Peppe a’seccia) ma che non son serviti ad evitare gli arresti. A dare sostegno economico alla banda era Matteo Vitale che interveniva quando Avallone non era in grado di mantenere gli impegni con i fornitori. La banda aveva anche cercato di eludere i controlli utilizzando i messaggi via Whatsapp. Nelle cinquanta pagine di ordinanza cautelare vengono descritti anche i ruoli dei vari indagati: non solo i quattro ai quali è stata contestata l’associazione finalizzata allo spaccio di stupefacenti ma anche gli altri sei indagati che rispondono di singoli episodi di cessione della droga. Ma viene descritto anche il ruolo dei due indagati a piede libero per i quali il gip non ha emesso alcuna misura: Carmela Principe, compagna di Avallone, che secondo le accuse avrebbe avuto il ruolo di custode della sostanza stupefacente e di persona delegata dal convivente ad occuparsi dello spaccio a dettaglio presso il loro domicilio. E Pierpaolo Avallone, fratello di Luca, quale partecipe con il ruolo di finanziatore nell’acquisto di alcune partite di stupefacente e fornitore di supporto logistico.

 

 


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