Colpo di scena al processo per l’omicidio del boss degli “scissionisti” di Secondigliano, Gaetano Marino “Moncherino” avvenuto sulla spiaggia di Terracina il 23 agosto del 2012. Nel processo che si sta celebrando davanti ai giudici del Tribuale di latina i testimoni escludono che Raffale Iavazzi conoscesse i killer. Marino, (il cui figlio minore Nicola è salito agli onori della cronaca nelle scorse settimane per la partecipazione a una puntata della serie tv “Gomorra”) che si trovava in spiaggia a Terracina con la famiglia, venne attirato sul marciapiede nei pressi della Pineta e avvicinato dai killer che lo freddarono con una decina di colpi sparati a distanza ravvicinata prima di darsi alla fuga. Iavazzi, che Marino lo conosceva da tempo, era lì vicino, fu testimone oculare, anche se secondo la difesa era intento a spostare uno scooter ed era di spalle agli assalitori. Sentendo gli spari, si era allontanato in tutta fretta per sfuggire all’agguato. Ieri pomeriggio nell’aula del Tribunale di Latina si è svolta una nuova udienza del processo nei confronti del 34enne campano, fuochista, accusato di favoreggiamento.
Secondo l’accusa, rappresentata dal pubblico ministero Maria Cristina Palaia, l’imputato avrebbe negato di conoscere i responsabili dello spietato omicidio, inquadrato nella cruenta faida a Secondigliano. Gaetano marino, era uno dei capi degli “scissionisti”. L’udienza si è protratta per circa 4 ore. Primo a parlare in videoconferenza il collaboratore di giustizia Giuseppe Marino il quale, chiamato a delineare il contesto in cui si consumò il delitto, non avrebbe fornito elementi a carico dell’imputato, limitandosi a inquadrare l’esecuzione in una faida di camorra. A seguire l’escussione della madre di Iavazzi che ha negato ogni coinvolgimento del 34enne, tesi peraltro ribadita dallo stesso imputato il quale si è sempre dichiarato innocente.
Ultimo dei testi a parlare, un socio di Iavazzi. In aula è stata riprodotta un’intercettazione ambientale captata in macchina in cui il teste parlava dello choc subito dall’amico nel ritrovarsi a pochi passi dall’esecuzione. Ma, anche dalla sua versione dei fatti, emergerebbero pochi elementi nei confronti del 34enne arrestato nel febbraio del 2013 e rimesso in libertà dai giudici della Cassazione (ieri l’imputato era presente in tribunale). Il processo è stato aggiornato al prossimo 11 novembre quando sarà ascoltato un altro pentito e, probabilmente, anche l’imputato.
(fonte latinaoggi)
