Ha confessato in aula il boss dei “capelloni” di Forcella,Gennaro Buonerba. Ha confessato di aver ordinato e organizzato l’omicidio di Salvatore D’Alpino detto ‘o brillante ucciso in una pizzeria di piazza Mancini il 30 luglio dello scorso anno. Cerca di evitare una pena pesante nel processo con il rito immediato che si sta celebrando davanti al Tribunale di Napoli. Non poteva fare altrimenti perché era “incastrato” dalle intercettazioni ambientali che avevano portato al blitz del 7 ottobre scorso con 11 arresti nel clan dei “Capelloni” che si contrapponeva alla “Paranza dei bimbi”. Ha ammesso di aver partecipato all’agguato anche Luigi Criscuolo mentre Salvatore Mazio ha detto: “Ho sbagliato, chiedo scusa”. Mentre Assunta Buonerba che invitò i suoi a compiere in fretta l’agguato ( come si evince dalle intercettazioni) e Luigi Scafaro hanno pensato di difendersi dicendo che volevano solo che D’Alpino venisse puntito e non ucciso. In silenzio invece uno dei boss della Sanità , Salvatore Sequino, che diede appoggio logistico al commando di morte. Il prossimo 11 luglio il pm Emilia Parascandolo della Dda di Napoli formulerà le sue richieste di condanne nei confronti degli 11 imputati.
Ecco alcuni passi delle intercettazioni ambienatali che portarono al blitz e che fanno parte delle fonti di accusa contro i “Capelloni”.
Dice Assunta Buonerba, sorella del boss: “Totore ‘o brillante si deve sparare. Si deve levare di mezzo”. Ed Emilia Sibillo, moglie del capoclan in carcere Giuseppe Buonerba: “Si deve andare a colpo sicuro: Bum”. Poi arriva l’occasione giusta. A parlare è Emilia Sibillo (omonima del clan rivale), moglie del capoclan in carcere Giuseppe Buonerba: “Questa occasione ce la manda il Padreterno, guagliù…”, dice non appena ricevuta la soffiata sulla presenza di D’Alpino in una pizzeria: “Non cominciate a fare bordello, avete sentito? Ci sta una capa lucida lucida, lì in quella pizzeria, una capa ‘brillante’… fate una cosa veloce, ià ”, dice riferita ad Antonio Amoroso, killer di D’Alpino. Amoroso il 30 luglio scorso fu immortalato da una telecamera di sorveglianza mentre fa irruzione in una pizzeria di piazza Mancini, a Napoli, sparando tra la folla e facendo un morto (D’Alpino) e un ferito, Sabatino Caldarelli. La notizia arriva presto in via Oronzo Costa. Qualcuno ha il dubbio che sia stato ucciso l’omonimo e cugino di D’Alpino, soprannominato ‘o celeste , perché era anche lui in piazza Mancini e, come il parente, indossava una maglietta rosa. Commentano: “Quello ha fatto così e quello bum… credimi… lo ha acchiappato in faccia…”. “Ma mo’ se sta tutto a posto chi è è, che ce ne fotte… è la stessa cosa, levato pure da mezzo questo non fa niente, va bene, è il cugino, appartiene a lui”. Un morto vale l’altro, mentre il reggente Gennaro Buonerba pensa al suo killer Amoruso: “Ho capito mo’ che succede… il questore a due passi, hai capito, se mo’ sono scese trecento guardie ne scendono tremila (si riferisce alla presenza di una personalità nella zona di Forcella contestualmente alle fasi dell’omicidio) “. E alludendo al killer: “Questo mo’ domani, dopodomani, piglia trent’anni di carcere”.Amoruso, cui è facile risalire perché ha sparato con la mano sinistra in quanto mancino, viene anche rimproverato. “Il cazzo dei guai tuoi sono i tatuaggi”, che lo rendono ancor più identificabile. Poi però il boss decide di fargli un regalo: “Ho pigliato la bomba, ti ho fatto un regalo per quello che è successo. Così la butti tu… la butto io…è la stessa mano. Siamo una cosa”. Una bomba in regalo per avere ucciso. Clan violento e disposto a tutto, che parla anche della morte di Luigi Galletta, l’innocente meccanico incensurato prima picchiato brutalmente e poi ammazzato perché “colpevole” di essere il cugino di un sicario dei Buonerba. Scrivono i pm: “Terrore e guerriglia urbana hanno sconvolto la città . Molte le vittime, tra l’altro anche innocenti incensurati come Luigi Galletta”. Spiega Buonerba a un affiliato: “Lo sai il problema nostro dove sta? Quando il cane è stato mozzicato sente dolore… quello è stato mozzicato… ha avuto le botte, mo’ in corpo sai che tiene? Tiene ‘o fracido… A noi ci vuole vedere uccisi, sbranati. Allora tu lo devi stutare il più presto possibile…”.