Per gli appalti al Santobono la ditta del clan Lo Russo puntava alla mediazione del cardinale Sepe

 Per ottenere l’appalto all’ospedale Santobono, la ditta Kuadra ”riteneva fondamentale far pervenire consigli” al direttore generale dell’azienda ospedaliera, Annamaria Minicucci per la nomina della commissione di gara. E a tale scopo un consulente dell’azienda, Pasquale Laudano, ex consigliere comunale socialista del Comune di Napoli negli anni Novanta e consulente della Kuadra, chiedeva di parlare con la sorella della Minicucci per il tramite del cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe, ”del quale la Minicucci subiva l’influenza”. L’alto prelato è definito dai giudici ”amico e mentore” della direttrice. E quanto scrivono gli inquirenti commentando alcune intercettazioni telefoniche disposte nell’ambito dell’inchiesta che ha portato oggi alla esecuzione di 12 misure cautelari. In particolare i magistrati fanno riferimento ad alcune intercettazioni di colloqui tra Laudano e il professore Filippo Marinello, revisore dei conti della ”Casa di Tonia”, istituto di beneficenza di cui il cardinale Sepe – non coinvolto ad alcun titolo nell’inchiesta – è stato il fondatore. Marinello ”rassicurava che avrebbe parlato con la sorella della Menicucci e rappresentava la necessità di fare beneficenza alla fondazione”. Ecco alcuni passi della intercettazione: ”Poi l’altra cosa è che sembra che lei subisca molto l’influenza da parte del Cardinale”, dice Laudano. In successivi passaggi della stessa conversazione Marinello ricorda che la fondazione riceve beneficenze e afferma: ‘io ne parlo col Cardinale, però mi dovete dire che budget noi possiamo mettere a loro disposizione….oppure a questo punto qua io, quando vado dal cardinale, vado con una lettera con la quale la società si impegna a dare 1000 euro all’anno, sto dicendo, per beneficenza”. Ricorda poi che vi sono aziende che elargiscono fino a 150mila euro all’anno, come la flotta Grimaldi. ”Ma loro hanno un altro potere e un altro fatturato”, dice Laudano. ”No ma quello è il top, ma io penso che se noi diamo 10mila euro all’anno, 5000 potrebbe essere una cosa…’ E Laudano: ”5000, 10000 potrebbe essere una cifra interessante….”.

”Sono completamente estranea ai fatti che peraltro ho appreso solo a mezzo stampa. Ho sempre svolto i miei compiti in maniera trasparente e nel pieno rispetto dell’interesse dell’istituto che rappresento; non ho mai raccomandato nessuno. Chiarirò ogni aspetto che mi riguarda con i magistrati”. Lo afferma Maria Triassi, ordinario di Igiene presso l’Università di Napoli Federico II, a proposito del suo coinvolgimento nell’inchiesta sugli appalti dell’azienda ospedaliera Santobono-Pausilipon.

Dalle indagini sulla società Kuadra – che opera nel settore delle pulizie con sedi a Napoli, Roma e Genova – finita secondo gli inquirenti sotto il controllo del clan camorristico dei Lo Russo, attivo nell’area nord di Napoli, sono emersi vari presunti episodi di corruzione e di gare di appalto pilotate, come è riportato nei capi di imputazione contestati dai magistrati della Dda. Tra gli indagati figura anche Anna Maria Minicucci, manager dell’azienda ospedaliera Santobono-Pausilipon in relazione a una ipotesi di corruzione per atti di ufficio: secondo i pm avrebbe formato una commissione per la preparazione del bando di gara favorevole alla società Kuadra e in cambio avrebbe chiesto l’assunzione di una persona e l’impegno, assunto da Pasquale Laudano, un consulente della Kuadra, di “intervenire sui vertici della Regione Campania e in particolare su Sandro Santangelo, segretario particolare del presidente della Giunta, Stefano Caldoro, per ottenere il rinnovo della nomina a direttore generale”. Una circostanza non suffragata dal gip Mario Morra, il quale sottolinea che la riconferma nel ruolo di direttore generale della Minicucci ad opera della Regione, avveniva ”per quanto emerge dalle conversazioni intercettate, senza alcuna interferenza dei membri della Kuadra, i quali anzi, in particolare Pasquale Laudano, riferivano ai propri interlocutori che Stefano (Caldoro) non faceva forzature”. Per favorire la Kuadra, componenti della commissione di gara per l’appalto di pulizie e altri servizi dell’azienda ospedaliera Santobono-Pausilipon avrebbero fornito all’azienda informazioni riservate relative alle offerte di ditte concorrenti. Per tale vicenda sono indagati un componente della commissione per la gara d’appalto, Aldo Capasso, cinque persone legale alla Kuadra (Massimo Alagna, Riccardo Lama, Pasquale Laudano, Luigi Solitario e Giuseppe Ariello). Agli uomini della ditta sarebbe stata chiesta l’assunzione di una persona segnalata da Maria Triassi, docente di Igiene alla Federico II di Napoli anch’ella indagata. Nella indagine è finito anche l’appalto per la pulizia della rete ferroviaria dell’ Eav (Ente Autonomo Volturno), in cui risultano indagati (ma non destinatari di alcuna richiesta cautelare) per concorso in turbativa d’asta e rivelazione di segreto di ufficio, anche Sandro Santangelo, segretario dell’ex presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, e Nello Polese, ex sindaco di Napoli e amministratore delegato dell’Eav.


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