“In Italia, essendo un paese democratico in cui e’ assicurata la liberta’ di manifestazione del pensiero e la libera manifestazione artistica, non si puo’ impedire alla fiction Gomorra di essere realizzata e andare in onda ma bisognerebbe contrapporre modelli positivi a quelli negativi della fiction”. Lo ha detto il Procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti, in un’intervista al Tg2000. “La fiction Gomorra – ha aggiunto Roberti – esprime solo una parte della realta’ di Napoli e lo fa con la crudezza che purtroppo e’ nella realta’ di quegli scenari. Ma Napoli e’ anche altro”. Per Roberti “la politica, fino a Falcone e Borsellino, non ha mai detto ‘no’ alla mafia. La Camorra fa parte della storia di Napoli come la Mafia della Sicilia”. Le mafie, ha aggiunto Roberti, sono “purtroppo elementi strutturali della societa’ campana, siciliana e calabrese. Sono ancora presenti in queste realta’ perche’ non sono mai stati, fino ad un certo punto, efficacemente combattuti anzi hanno avuto la possibilita’ d’intessere relazioni con la societa’ civile, il mondo della politica e l’economia. Tutto questo perche’ non sono state mai riconosciute come pericolose. Spesso la societa’ civile ci ha fatto affari, i politici le hanno utilizzate per assicurarsi i consensi elettorali e l’economia ha utilizzato i capitali mafiosi per poter prosperare”. “La politica fino ad un certo punto – ha sottolineato Roberti – non ha detto ‘no’ alla mafia. Questa e’ la storia che lo insegna. Ma da un certo momento in poi, grazie all’opera di Falcone, Borsellino e tutti i martiri della giustizia, e’ emersa la consapevolezza del pericolo delle mafie anche in politica”. “A Casal di Principe ad esempio – ha ricordato Roberti – dal 1927 dopo 88 anni manca ancora al 44% della popolazione la rete idrica e si attinge l’acqua dai pozzi inquinati. E la situazione si e’ aggravata con la devastazione del territorio nella Terra dei Fuochi. Se dopo l’intervento giudiziario, che ha ottenuto ottimi risultati, contro il clan dei Casalesi lo Stato non interviene per assicurare condizioni di vivibilita’ democratiche prima o poi i camorristi faranno ritorno”.