Rottura con i Licciardi: il clan chiude le piazze del clan Lo Russo a Miano

Per gli inquirenti è più che un’ipotesi investigativa perché hanno la quasi certezza che qualcuno  ha deciso di chiudere le “piazze” di droga dei Lo Russo visto che in via Janfolla e via Miano, al parco Ice Snei non ci sono più punti di riferimento, non esistono più le “basi” e chi vuole spacciare, aggirando i limiti imposti dal clan ha una sola possibilità. Salire su uno scooter di grossa cilindrata e provare ad intercettare gli acquirenti di sostanze stupefacenti. Gli arresti prima di Carlo Lo Russo , la moglie e del gruppo di fuoco e poi quelli del gruppo di Walter Mallo che stava cercando di spodestare i “capitoni” ha creato un vuoto di potere del quale sta approfittando il clan Licciardi della Masseria Cardone di Secondigliano per riprendere il predominio di una volta. I Lo Russo ora devono sottostare. Lo racconta il Roma in edicola stamane ricordando alcune interessanti dichiarazioni del boss pentito Umberto Accurso.

“La rottura tra i Licciardi e Lo Russo è recente. Poco dopo gli arresti sono stato promotore di un incontro chiarificatore tra i Licciardi ed i Lo Russo, in qualche modo collegato a questi arresti perché si venne a creare uno squilibrio tra i Licciardi ed i Lo Russo nel senso che mentre affiliati importanti dei Lo Russo erano stati arrestati molti dei Licciardi, erano stati scarcerati e questi ultimi iniziarono e fare pretese in danno dei Lo Russo . In particolare si rivolse a me Paoluccio Abbatiello dicendomi che volevano sistemare gli accordi con i Lo Russo in quanto non gli andava bene di ricevere solo 1000 euro a settimana dai proventi delle estorsioni del mercatino rionale del Don Guanella e volevano rinegoziare gli accordi anche in materia di piazze di spaccio. Mi feci quindi promotore di un incontro per mediare tra i Licciardi ed i Lo Russo, facendo da garante. Informai Salvatore Silvestri e lui dopo averne parlato con Antonio Lo Russo che era ancora latitante, acconsentì all’incontro. Parlai con Salvatore Silvestri a Miano alla presenza di Ettore Bosti, Gennaro Palumbo ed Enzo fratello di Lellè. In questa occasione parlammo anche dell’omicidio di Raffone e del malcontento di Ettore Bosti , che disse che non andava d’accordo con il suocero ed era tornato nel Vasto, nel Buvero, salvo poi tornare proprio per i dissidi con i Licciardi”.


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