Salerno, Fonderie Pisano: presidio e proteste davanti al Comune

Salerno. Tensione e proteste stamattina a Salerno per due diverse manifestazioni effettuate da 150 operai delle Fonderie Pisano finite sotto sequestro preventivo disposto dalla Procura della Repubblica di Salerno nell’ambito di una inchiesta su reati ambientali che vede indagate 7 persone. Stamane gli operai erano in presidio dinanzi allo stabilimento industriale di Fratte, causando disagi alla circolazione stradale, poi si sono trasferiti davanti la sede del Comune in centro per un presidio ancora in corso. Gli operai chiedono chiarezza sul loro destino occupazionale dopo i sigilli allo stabilimento. “I lavoratori delle Fonderie chiedono un incontro col sindaco Enzo Napoli – esplicita il sindacalista della Cgil, Anselmo Botte – nelle more della delocalizzazione dell’impianto chiedono, che non sia interrotta la produzione. C’e’ molta tensione. Aspettiamo il 30 giugno prossimo, quando siamo stati convocati a Roma, al ministero dello Sviluppo Economico per un tavolo istituzionale. In quella occasione speriamo di conoscere quali saranno le soluzioni per la delocalizzazione dello stabilimento”.Gli operai in delegazione sono stati poi ricevuti in tarda mattinata dal sindaco di Salerno Vincenzo Napoli e dagli assessori Mimmo De Maio (Urbanistica e Mobilita’), Caramanno (Ambiente e Turismo) e Roberto De Luca (Bilancio e Sviluppo). L’amministrazione comunale in una nota informa che “continua a seguire con grande attenzione gli sviluppi della vicenda anche se in relazione agli ultimi provvedimenti della magistratura non ha alcuna competenza”. Esprime “piena fiducia nell’operato dei pm” e si augura “un celere accertamento di tutti gli elementi d’indagine. Il Comune di Salerno e’ solidale con le preoccupazioni espresse dai lavoratori e in ugual misura e’ attento alle prioritarie esigenze di salvaguardia della salute pubblica e della tutela ambientale. Continua l’impegno – conclude -, negli anni passati piu’ volte palesato in atti amministrativi, per favorire la delocalizzazione dello stabilimento, la salvaguardia dei posti di lavoro e della produzione”.


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