«Non ho fatto nulla alla ragazzina. Il padre e altre persone mi hanno aggredito con delle spranghe di ferro, perché volevano che lasciassi la mia casa»: è questa la difesa di G. S. B., 47enne di Angri arrestato martedì scorso per violenza sessuale e lesioni ai danni di una ragazzina di 16 anni. Una versione alla quale non ha creduto il giudice Pacifico che, dopo l’interrogatorio di ieri – nel reparto detenuti dell’ospedale San Leonardo – ha applicato all’uomo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Resta in carcere il 47enne, già noto alle forze dell’ordine e sul quale pendono alcune denunce per atti osceni e per tentativi di avvicinamento ad alcuni minori. L’uomo difeso dall’avvocato Fabio Carusone ha provato a giustificare con una questione di vicinato l’aggressione subita nel cortile nei pressi della sua abitazione, nel centro storico di Angri, da un gruppo di persone. Ha sostenuto di non aver toccato la ragazzina e che improvvisamente è stato aggredito, senza una ragione apparente, dal padre della 16enne e dal fratello, oltre ad altre persone. Secondo l’indagato la ragione dell’aggressione sarebbe da ricercarsi nel fatto che con i suoi vicini c’erano stati numerosi screzi, tanto che questi vorrebbero che andasse via dall’abitazione che occupa con la madre. Ben altra la versione raccolta dai carabinieri, intervenuti nei pressi di via Amendola, alle 11,30 di martedì mattina, chiamati da alcuni testimoni per una violenza sessuale in atto ai danni di una ragazzina. La giovane ha denunciato agli inquirenti di essere stata aggredita alle spalle da un uomo che ha scoperto essere poi il vicino di casa, che le ha strappato i vestiti – il pantaloncino e la maglietta – costringendola a subire dei palpeggiamenti al seno e nelle parti intime. La ragazza ha anche sostenuto che l’uomo era armato di coltello. Un’arma che non è stata ritrovata nel corso delle indagini. La ragazzina che urlava e si dimenava è stata salvata dall’arrivo di alcuni vicini e dal padre. L’uomo è stato poi picchiato e per evitare il linciaggio si è rifugiato in una piccola lavanderia. Lì lo hanno trovato i carabinieri, arrivati pochi minuti dopo il tentativo di violenza sessuale. G. S. B., in passato in cura al centro di igiene mentale di Angri, è detenuto all’ospedale San Leonardo, ha avuto 5 punti di sutura al capo e un braccio rotto. Il gip ha convalidato l’arresto ed ha accolto la richiesta del pm Lenza di applicazione di un’ordinanza cautelare in carcere. Numerose e testimonianze raccolte subito dopo l’episodio che confermano, a parte qualche discordanza, la versione della minorenne. (r. f.)