Sette nuove perquisizioni a Scafati nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Salerno che vede indagati, tra gli altri, il sindaco Angelo Pasqualino Aliberti, la moglie consigliere regionale Monica Paolino, e il fratello del primo cittadino Nello Maurizio Aliberti. Ora sono undici gli avvisi di garanzia notificati nell’ambito dell’inchiesta, coordinata dal pm Vincenzo Montemurro della Dda di Salerno, sullo scambio di voto politico mafioso nel comune dell’Agro. Ieri la Dia ha notificato dei decreti di perquisizione e contestuale avviso di garanzia per scambio di voto. Le forze dell’ordine hanno acquisito documenti contabili, agende, timbri societari e fatturazioni tendenti a provare la circostanza che il clan Loreto-Ridosso ha appoggiato esponenti politici nelle elezioni del 2013 e del 2015, cioè le amministrative di Scafati e le elezioni Regionali, in cui è stata eletta la consigliere Monica Paolino, moglie del primo cittadino. Il connubio politica camorra, avvalorato dal pentito Alfonso Loreto nelle sue dichiarazioni e passato attraverso appalti ad imprese legate al clan Loreto-Ridosso, operanti nell’ambito dei servizi. Gli inquirenti si sono presentati a casa del fratello del primo cittadino, Nello Maurizio Aliberti, già perquisito e indagato a settembre scorso. Acquisendo in particolare alcune fatture, cinque per la precisione, emesse dalla 626 Service sas di Nello Aliberti nei confronti di cooperative di Angri, Sant’Egidio del Monte Albino e Scafati. In particolare è stata acquisita una fattura intestata alla Maxiclean, una delle imprese amministrata formalmente negli ultimi anni da Pasquale Izzo, ma di fatto gestita da Alfonso Loreto e Gennaro Ridosso. E a proposito di imprese di pulizie, è stata perquisita l’abitazione anche del 30enne, Roberto Cenatiempo, dipendente di una delle imprese gestita – secondo gli inquirenti – dai Ridosso-Loreto. A casa di Cenatiempo sono stati sequestrati un timbro della società e un’agenda con della documentazione contabile.
Il connubio politico mafioso passerebbe anche attraverso il ruolo avuto da un ex consigliere provinciale e comunale, Raffaele Lupo, che alle amministrative del 2013 avrebbe ispirato la lista Grande Scafati che supportava la candidatura di Aliberti sindaco. Una lista nella quale figurava Roberto Barchiesi, attuale consigliere comunale di maggioranza. Gli uomini della Dia e dei carabinieri hanno acquisito a casa di Lupo, commerciante ortofrutticolo, una corposa documentazione: fatture, documenti personali, agende.
Perquisizioni anche a casa di Roberto Barchiesi, consigliere di maggioranza, al centro di un giallo politico nel marzo del 2014 quando si dimise e poi fece ricorso al Tar per essere reintegrato. Barchiesi, dipendente di una ditta di servizi nell’ambito delle pulizie – è zio dell’ex moglie di Alfonso Loreto. A casa del consigliere non è stato sequestrata nessuna documentazione. A lui la notifica dell’avviso di garanzia per scambio di voto.
Tra gli eccellenti finiti nell’inchiesta, Ciro Petrucci – ragioniere – fino a qualche settimana fa componente del consiglio di amministrazione dell’Acse, la partecipata del Comune. Manager per conto della Givova, l’azienda scafatese sponsor dello Scafati basket, Petrucci finisce nell’indagine a pieno titolo. Anche nei suoi confronti vi sarebbero ‘gravi indizi’ secondo quanto emerge dalle indagini finora svolte e dalle testimonianze acquisiti. A Petrucci è stata sequestrata documentazione contabile sia relativa alla sua attività che a quella dell’Acse, l’azienda di servizi del Comune di Scafati. Nel mirino dell’antimafia, finiscono anche Anna Ridosso, sorella di Romolo ritenuto uno dei capi dell’organizzazione, e Andrea Ridosso – figlio di Salvatore ‘piscitiello’ ucciso nel 2002 e fratello di Luigi, arrestato a settembre. (r.f.)