Ercolano, la vendetta inumana di “Donna Assunta”: fece rapire un cadavere dal cimitero e disperderlo a San Vito

Feroce, vendicativa, risoluta, decisa. “Donna Assunta”, la boss di Ercolano, il vero capo degli Ascione-Papale così viene tratteggiata dai pentiti nelle 309 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare che ieri ha consentito di dare un ulteriore colpo alla cosca con 24 arresti e altri 4 indagati. C’ è un episodio da brividi che viene raccontato dal pentito Giovanni Savino e che fa capire la determinatezza di Immacolata Adamo e il suo spessore criminale. Fece rubare il cadavere di un morto di camorra dal cimitero di Ercolano e disperdelo nella zona di  San Vito. Il pentito Giovanni Savino ha raccontato agli investigatori che suo fratello Giuseppe gli aveva detto che su ordine di “Donna Assunta” lui e tale Vincenzo, detto “scatom”, avevano dovuto sottrarre il cadavere di un giovane seppellito nel cimitero di Ercolano e disperderlo nella zona di San Vito; precisava, in particolare, che tale giovane era stato ucciso e che per tale omicidio, a seguito della testimonianza della madre furono condannati 4 esponenti del clan Ascione. Il cadavere in questione è quello del giovane Raffaele Iodice ucciso nel dicembre del 1986. Il suo corpo fu trovato con due proiettili in testa in una zona di campagna alle falde del Vesuvio tra Ercolano e san Giorgio. Il ragazzo aveva confidato alla madre pochi giorni prima: “Ho paura. Temo di essere tradito. Se mi ammazzano è stato Simone Borrelli”. Era uno della sua banda. La mamma, Cira Simeone, dopo l’omcidio del figlio si trasforma in un vero e proprio segugio stile “Criminal Intent”. ma all’epoca non c’erano i serial del crimine amerciani in tv e Cira Simeone passata alla storia come “la mamma detective” fece tutto da sola e consegnò nelle mani della giustzia i quattro assassini del figlio che furono condannati. C’era anche quel Simone Borrelli che aveva indicato la stessa vittima: è stato condannto a 27 anni di carcere, con lui Mario Corini, 32 anni, Antonio De Crescenzo, 30 anni , Bernardino Amendola, 32 anni. Estraneo al delitto, ma associato alla banda, un quinto imputato, Aniello Cozzolino, che incassò due anni e sei mesi. Quella condanna “Donna Assunta” se l’era legata al dito e quando ebbe il potere consumò la sua tremenda, spietata e inumana vendetta. Lo stesso episodio è stato confermato anche da Giuseppe Savino, anch’egli pentito.

 

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