I baby boss del Conocal avevano preso il posto dei genitori. TUTTI I COINVOLTI

Erano coinvolti in raid armati, ferimenti, estorsioni, gestione delle piazze di spaccio. Alcuni hanno parentele con personaggi di primo piano, altri sono persone di fiducia: tutti, però, secondo le risultanze investigative, a dispetto della giovane età sono camorristi. Ecco chi sono i nuovi baby boss del Conocal di Ponticelli. Gli eredi dei “fraulella” colpiti dal blit Deelenda del mese scorso con 87 arresti e affondati definitivamente ieri con l’arresto anche degli eredi appunto. Gli otto ragazzi, tutti minorenni all’epoca dei fatti, arrestati dai carabinieri della Compagnia di Torre del Greco, dopo le indagini della Tenenza di Cercola, facevano parte del clan D’Amico a tutti gli effetti. Il più giovane è del 2000, i due più “anziani” sono nati nel 1997. Hanno oggi tra i 19 e i 16 anni ma alcuni dei fatti documentati risalgono a tre anni fa, quando avevano tra i 13 e i 16 anni.Gli otto arrestati, dei quali 2 erano già in istituto e uno in casa famiglia, sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso e di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti e detenzione e spaccio di stupefacenti aggravati da finalità mafiose. Nell’ordinanza a loro carico si ripercorre la storia degli ultimi anni del clan d’Amico, ricostruita con le parole dei collaboratori di Giustizia e i riscontri delle forze dell’ordine. C’è il feroce scontro con il clan rivale dei De Micco. L’ordine è di girare sempre armati, essere pronti nel caso di un agguato. E, se arriva la polizia, di non gettare le armi ma di sparare anche sulle pattuglie. L’inchiesta ha anche permesso di identificaregli autori del ferimento a colpi d’arma da fuoco di Gaetano Caputo, avvenuto a Cercola il 13 luglio 2014, che non è mai stato affiliato a clan ma che era vicino a Fabio Riccardi, accostato dai D’Amico ai De Micco. E proprio per i rapporti indiretti con i “Bodo” che “o’ cafone”, il 13 luglio 2014, fu ferito a un gluteo nel corso di un’azione di fuoco nella cittadina vesuviana. A ricostruire l’episodio, come riporta Il Roma in edciola, è stato Gaetano Lauria “o’ somaliano”, che ha puntato il dito in particolare contro due suoi ex soci di camorra. Ecco alcuni passaggi di un verbale d’interrogatorio:“Tra gli affiliati al clan D’Amico indico Mario Buonomo detto “Pacciani”, che ha anche partecipato al ferimento di Mimmo Limatola e a quello di Gaetano “o’ cafone” di Caravita, persona vicina a Fabio Riccardi. Prima del mio ingresso al “Conocal”, Buonomo mi disse di averpartecipato anche al ferimento del figlio di Francesco De Marrino. Mariano Abbagnara ha partecipato a entrambe le azioni”.

TUTTI I RAGAZZI COINVOLTI

ABBAGNARA MARIANO NAPOLI 02/05/1997 DETTO “FACCIA JANCA”

APREA VINCENZO NAPOLI 29/09/1995 DETTO “PISELLINO”

ATTILIO C. MINORENNE

CASILLO CIRO NAPOLI 03/06/1997

COSTANZO VINCENZO NAPOLI 29/04/1997 DETTO “CICULÌ”

ANTONIO D.C. MINORENNE

ANTONIO E. MINORENNE

JESSICA P. MINORENNE


Articolo precedenteNapoli, sequestrato il “tesoretto” del boss Arcangelo Abete
Articolo successivoNapoli, agguato durante la festa: una punizione per gli “invasori” di Piazza Mercato. Gambardella è il cognato di ‘o nannone