“I cugini americani”, gli studenti del rione Sanità attori nel film realizzato con i fondi europei

Alexia ed Edward sono americani, nati a Napoli nel Rione Sanità ma andati da piccoli negli Stati Uniti. Dopo tanti anni hanno deciso di tornare alla Sanità per andare a trovare Genny, un loro cugino che vive ancora lì e che vuole mostrare ai cugini che il quartiere in 20 anni è cambiato, è diventato un quartiere tranquillo e pieno di opportunità per i giovani. Per farlo, Genny e i suoi amici dovranno “camuffare” il rione. E’ l’idea alla base del minifilm “I cugini americani”, scritto, sceneggiato e realizzato da 20 studenti dell’Istituto superiore “Isabella D’Este Caracciolo”, scuola con diverse sedi, una di queste proprio nel cuore del quartiere Sanità. Tutto questo grazie a “Io sono qui”, il progetto dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza e dell’Associazione Visionair che ha mandato in 8 città delle 4 regioni obiettivo del Sud (Campania, Puglia, Calabria e Sicilia) un gruppo di tutor che hanno fatto cinema per 6 mesi con i ragazzi.  Il progetto, finanziato con fondi europei, ha coinvolto 200 giovani di quartieri difficili di Napoli e Capua (Caserta) in Campania, Catania e Palermo in Sicilia, Gioia Tauro (Reggio Calabria) e Cosenza in Calabria, Bari e Taranto in Puglia. Per 6 mesi i ragazzi hanno avuto la possibilità di lavorare come sceneggiatore, aiuto regista, attore, truccatore, tecnico del suono e delle luci. Nel percorso son stati accompagnati dai team di esperti di cinema e televisione dell’associazione Visionair, che da anni lavora a Napoli con le scuole sulle produzioni multimediali. Le 40 ore di formazione si sono svolte al di fuori dell’orario scolastico, coinvolgendo i giovani e anticipando, sottolineano gli organizzatori, anche il lavoro che ha fatto il Governo nelle ultime settimane con il progetto “Scuole aperte”. E se nel rione Sanità gli studenti hanno voluto raccontare una storia di fiction, a Capua i loro colleghi hanno invece scelto di omaggiare un eroe locale, l’aviatore Oreste Salomone, prima medaglia d’oro della storia dell’Aeronautica Militare italiana. I giovani lo hanno preso ad esempio della forza necessaria per realizzare i propri sogni e hanno realizzato a Capua ”I sogni dell’aviatore”, un reportage sui sogni realizzati e quelli svaniti. Il mondo delle gang di ragazzi delle periferie e della loro violenza è stato esplorato invece dagli studenti dell’Istituto “Cannizzaro” di Catania che hanno realizzato il film ”Arancino meccanico”, liberamente ispirato a Stanley Kubrick. E anche a Palermo gli studenti del Liceo “Einaudi”, nel quartiere dello Zen, hanno scritto e girato ”Le carte giuste”, una storia di bullismo e di gruppi che si fronteggiano tra i banchi di scuola, scambiandosi ”pizzini”. A Bari, i ragazzi dell’Istituto “Salvemini” hanno realizzato ”Bus” un film per descrivere l’avventura metropolitana di un giovane che ha appuntamento con la sua ragazza dall’altra parte della città: lui, che viene da un quartiere di periferia, dovrà affrontare un viaggio per arrivare al centro di Bari, in un itinerario che segna più che la distanza fisica, quella dei muri che separano i ragazzi nelle città. Un tema molto sentito dai ragazzi, visto che a Cosenza, i ragazzi del Liceo scientifico “Scorza” hanno girato ”Il ponte dei passi perduti”, descrivendo un ponte che separa fisicamente la parte ”benestante” del centro dal resto della città. Il progetto ”Io sono qui” sbarcherà il prossimo 18 luglio anche al Festival del cinema per ragazzi di Giffoni Valle Piana, per un focus sul progetto, mentre in autunno tutte le opere saranno presentate a Napoli in un giornata organizzata dall’Autorità Garante dell’Infanzia e Adolescenza e dell’Associazione Visionair alla Mostra d’Oltremare.


Articolo precedenteBoscotrecase, denunciato infermiere del “Maresca” nel suo orto aveva anche sei piante di canapa indiana
Articolo successivoCastelvolturno, la carcassa di balena sarà rimossa domani pomeriggio. Mare interdetto e polemiche dei bagnanti