Marco Mariano adesso è ufficialmente un collaboratore di giustizia. Ieri in tribunale davanti al giudice per le udieneze preliminari, dove si sta celebrando il processo con rito abbreviato per lui e altri 36 tra suoi familiari e fedelissimi della cosca, ha revocato il mandato ai suoi avvocati storici Massimo Vetrone e Luigi Esposito. Ha chiesto di parlare e di spiegare. Ora a 180 giorni di tempo per dire le cose importanti che la Dda vuole sapere da un boss del suo calibro. Per lui in questo processo è già arrivata una richiesta di condanna a 24 anni di carcere poi c’è il processo che si sta celebrando in Corte di Assise per l’omicidio di Giuseppe Campagna avvenuto nel 1999. La prospettiva del carcere a vita con le pesanti condanne nei confronti dei suoi familiari tra cui la moglie e i figli dopo il pentimento dei mesi scorsi del suo più fidato collaboratore , Maurizio Overa, devono averlo indotto alla clamorosa decisione. Alcuni dei suoi familiari sono stati trasferiti in località protetta e altri invece hanno deciso di restare dov’erano rifiutando di seguire il loro genitore in questa scelta. Ai Quartieri Spagnoli cresce la tensione : nei giorni scorsi c’è stata una prima “stesa” proprio nella zona storicamente abitata dalla famiglia dei “Picuozzi” ma cresce anche l’attesa per la sentenza con il rito abbreviato prevista per settembre. La Dda si aspetta che Mariano finalmente faccia luce sul quel fitto sistema di connivenze e legami che per anni ha consentito ai Mariano di essere una delle cosche più potenti di Napoli avvalendosi della “collaborazione” di insospettabili colletti bianchi, imprenditori e commercianti napoletani e non che hanno fatto da “lavanderia” e hanno riciclato in attività economiche i proventi delle estorsioni e del traffico di droga. Se la collaborazione di Marco Mariano sarà completa allora saranno in molti a tremare.