Il boss pentito Carlo Lo Russo: “Il mio obiettivo era di farmi una cosa di soldi e godermi la vita.Ma c’è stato il problema del rione Sanità e di Walter Mallo”

“Quando un anno fa fui scarcerato il mio obiettivo  era di stare tranquillo, farmi una cosa di soldi e godermi la vita. Purtroppo non è stato possibile, ho dovuto fronteggiare il problema del rione Sanità e di Walter Mallo”.  Sono parte delle nuove dichiarazioni del boss pentito Carlo Lo Russo depositate agli atti del Riesame. L’ultimo dei “capitoni” di Miano a passare dalle parte dello Stato sta svelando ai magistrati della Dda di Napoli nuovi retroscena degli affari della cosca, facendo nomi di insopettabili e colletti bianchi legati al clan, sta spiegando gli omicidi “cold case”, ma anche alcuni più recenti. Molti passaggi sono coperti da omissis perché le indagini sono appena iniziate dopo le sue rivelazioni e gli investigatori stanno cercando riscontri e prove. E a proposito dell’inchiesta sulla società Kuadra che nel mese di giugno ha portato in carcere 12 persone per gli appalti al clan nel servizio pulizie degli ospedali napoletani e dell’Eav, Carlo Lo Russo ha precisato: “…È tutto come avete ricostruito nell’indagine. Anche se non sapete che 20mila euro li ho dati a Giulio De Angioletti a febbraio che mi dava 1600 euro al mese di interesse tramite una persona del Policlinico di cui non mi ha però mai fatto il nome. A me conveniva e ho accettato. Giulio mi ha sempre detto che se fosse successo qualcosa a lui potevo rivolgermi al figlio Carmine che sapeva tutto…Spiegherò in dettaglio anche l’evoluzione dei miei rapporti con De Angioletti con il quale ho avuto un grosso litigio ed è vivo per miracolo… Giulio aveva rapporti con la società Kuadra. I rapporti risalgono al tempo in cui c’era mio fratello Peppe e sono andati avanti negli anni con Tonino mio nipote. Comunque Giulio era il mio delegato per i rapporti con questa società Kuadra e per tutto quello che riguardava gli ospedali, lui in particolare aveva rapporti con questa persona del Policlinico”.  Gli investigatori ora sono alle ricerca dei riscontri del coinvolgimento negli affari illecite della cosca dei Capitoni delle persone insospettabili chiamate in causa dal boss pentito.


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