C’è un novo caso giustizia che sta per scoppiare a Napoli. Anzi un imbuto giustizia. La Dda partenopea ha infatti segnalato il problema in questi mesi, rivolgendosi alla Procura generale, quindi alla Corte di Appello. E ha fatto riferimento, in particolare, ad alcuni processi giunti in Cassazione, rispediti dalla Suprema corte a Napoli per un nuovo dibattimento di secondo grado, e mai più celebrati. Sono per lo più processi annullati con rinvio, che da alcuni anni attendono una definizione, ma che non vengono chiusi una volta e per sempre. Processi che visti anche i tempi di definizione restano in coda al sistema giustizia napoletano, che dà invece la precedenza ai processi con imputati detenuti. Questi i casi più eclatanti segnalati dalla Dda di Napoli: il primo riguarda il processo a carico di Raffaele, Antonio e Guido Abbinante, esponenti di spicco della mala maranese, per Raffaele Amato, uno dei capi del clan degli scissionisti, per Massimiliano Cafasso e Carmine Minucci, e Rosario Pariante, accusati di una lunga serie di omicidi avvenuti nella cosiddetta prima faida di Scampia. Le condanne all’ergastolo sono state annullate dalla Corte di Cassazione nel 2014. In due anni non è stato fissato e – a sentire i piani alti del Palazzo di Giustizia – non è certo il caso più urgente. Ce ne sono altri che attendono una convocazione, ovviamente dopo la celebrazione dei processi con imputati detenuti. Come il caso dell’omicidio di Biagio Migliaccio, un agguato consumato nel corso della prima faida di Scampia (parliamo di dodici anni fa), vicenda che vede imputato Ferdinando Emolo: condannato in primo grado, assolto in appello, c’è il ricorso della Procura, si attende dal 2009 una definizione. Per la stessa vicenda, però, i giudici hanno chiuso il caso per Antonio Mennetta (excapo dei Girati della Vanella-Grassi) e per Ugo De Lucia (a sua volta ritenuto killer storico di Cosimo Di Lauro). E non è finita. Stando al carteggio intercorso tra uffici inquirenti e procura generale da un lato e cancellerie dei giudici di appello, c’è anche la vicenda che vede coinvolti Antonio Abbinante più altri undici imputati: tornato dalla Cassazione il trenta aprile del 2015, è in pole position per essere celebrato nei prossimi mesi, in una data tuttora non precisata. Ha invece un appuntamento formale il processo a carico di Guido Abbinante più quattro imputati, per l’omicidio di Giovanni Moccia, che – dopo circa quattro anni di attesa – è stato fissato al prossimo sei ottobre dinanzi a una sezione di corte di assise d’appello, dopo un parziale annullamento con rinvio in Cassazione che risale a tre anni fa. Ma c’è dell’altro: viaggia con tre anni di attesa, anche il processo a carico di un solo imputato, vale a dire Ettore Bosti, ritenuto responsabile dalla Dda di Napoli dell’omicidio del 17enne Ciro Fontanarosa avvenuto nel 2009. Assolto in primo grado nel 2013, la Procura ha fatto appello, ma – fino alla scorsa settimana – non c’è ancora una data utile per processare un solo imputato. Pochi mesi fa, invece, la Cassazione ha rispedito gli atti a Napoli del processo per l’omicidio di Mariano Bacioterracino, che vede imputato il solo Costanzo Apice. Un delitto famoso nel mondo, grazie alle diffusione delle scene dell’omicidio alla Sanità , da parte di un killer con il cappellino: si tratta di Costanzo Apice? Impossibile dirlo: bisognerà aspettare ancora un po’ – in media 18 mesi – prima di dare inizio a un nuovo processo e sciogliere l’enigma sull’assassino famoso grazie al web.
(fonte il mattino)